Commento al Vangelo di Marco 10,44
“CHI VUOL ESSERE IL PRIMO TRA VOI SARA’ IL SERVO DI TUTTI” (Marco 10,44)
Gesù ci esorta a vivere con umiltà. E’ facile lasciarsi prendere da forme di protagonismo che a volte fanno tanto male sia umanamente che spiritualmente. Un giorno Gesù è intervenuto proprio in riferimento a due suoi apostoli, Giacomo e Giovanni, che gli hanno chiesto di poter avere nel Regno dei cieli un posto particolare, addirittura, poter stare uno alla sua destra e uno alla sua sinistra. Gesù rispose: “Voi non sapete quello che domandate” (v. 38). E’ quando gli altri Apostoli si sono fatti sentire che Gesù coglie l’occasione per sottolineare quanto fosse importante, su questa terra, non cercare posti di privilegio, ma essere sempre disponibili al servizio di tutti, anche nei compiti più umili.
> Il primo sia servo di tutti
Gesù non si limita a sottolineare l’importanza del servizio che dobbiamo compiere nella realtà in cui viviamo, ma chiede che questo sevizio venga assunto soprattutto da coloro che occupano posti importanti. “Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti”. Il mondo segue altri criteri, ma noi, ci ricorda Gesù, “Viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo” (Gv.17,14). Servire, questo è il grande compito di ogni Cristiano e non farsi servire. Si legge nel Vangelo di Matteo “Il Figlio dell’uomo, non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto di molti”. (Mt. 20,28). L’esempio di Gesù è molto significativo, Lui, che veramente è al primo posto nella società in cui viviamo, dichiara apertamente che il suo compito è di servire fino al punto di dare la vita per salvarci. Noi siamo chiamati a fare la volontà di Dio, perciò, ogni scusante che porti a fare il contrario di quello che Gesù insegna con parole e con la sua vita, va evitato nella maniera più assoluta.
> Come servire?
Confermata la necessità di essere sempre disponibili al servizio dei fratelli, dobbiamo verificare come compiere il servizio richiesto. In merito ci viene in aiuto un versetto del Cantico di Zaccaria che dice: “Servire i Signore senza timore, in santità e giustizia, al suo cospetto per tutti i nostri giorni” (Lc. 1,75). Un servizio che venga fatto “in santità e giustizia” e cioè in Grazia di Dio, con l’anima libera da ogni peccato grave; servire il Signore con gioia, con piena coscienza che siamo “al suo cospetto”, cioè che siamo alla presenza di Colui che conosce il servizio che facciamo e con quale intenzione lo compiamo. Un servizio che venga fatto anche se comporta dei sacrifici; questo lo rende ancora più meritevole. Una delle attenzioni che dobbiamo avere nel compimento dei vari servizi, è di privilegiare le persone povere.
E’ facile fare delle discriminazioni, che certamente non sono gradite al Signore.
Se non ci sono esigenze particolari, è cosa buona che il servizio venga fatto senza nessuna ricompensa. Un servizio importante per ogni persona che crede in Gesù, è dedicare del tempo all’Adorazione della Santa Eucaristia. Abbiamo in Prato due luoghi dedicati proprio all’Adorazione Perpetua: il Chiesino di San Paolo e quello della Sacra Famiglia; a Usella è possibile più ore al giorno. Il tempo dedicato all’Adorazione, è certamente un grande aiuto spirituale per molte persone che sono in difficoltà. Quindi, dedicare delle ore all’Adorazione Eucaristica, è allo stesso tempo una missione, cioè un sostegno alle persone che hanno bisogno di un aiuto umano e spirituale.
Maria ci aiuti ad essere generosi e sempre disponibili al servizio dei fratelli.
Commento al Vangelo di Marco 10,27
“TUTTO E’ POSSIBILE PRESSO DIO” (Mc.10,27)
Parlare di Dio, senza un aiuto particolare dello Spirito Santo, è davvero difficile. Noi siamo come quel bambino che ho visto un giorno serenamente fra le braccia del suo babbo e che appoggiava la testolina sulle sue spalle. Nessuna notizia storica il bambino poteva sapere del suo babbo, ma solo percepiva che per lui era tutto ciò che desiderava avere in quel momento. Questa dovrebbe essere la coscienza e la fede in Dio che noi chiamiamo “Padre nostro” (Mt. 6,9). “Santo, Santo, Santo Dio dell’universo” così lo preghiamo, ma cosa rispondere alla domanda: Chi è Dio? Il catechismo di San Pio X dice: “Dio è l’essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra “. Detto questo, si può aggiungere qualche aggettivo qualificativo, ma di ciò che E’, di ciò che fa’ e di ciò che intende fare, nessun uomo è in grado di saperlo. Il fatto positivo è che noi siamo suoi figli e come tali cerchiamo di essere sereni fra le sue braccia.
- “Sia fatta la tua volontà“
Il modo giusto per vivere con Dio nostro Padre una giusta e santa relazione, è quello indicato da Gesù: “Sia fatta la tua volontà, come in cielo e così in terra” (Mt.6,10). Di fronte alla realtà trascendente di Dio, per noi povere e limitate creature umane, la risposta migliore a tutto quello che Lui è per noi, è vivere sempre in piena obbedienza alla sua volontà. Impostare la vita da soli, limitati come siamo, si finisce col perdere tempo e forse anche la salute. L’Amore del Padre, la Sapienza dello Spirito Santo e la presenza di Gesù Verbo Incarnato, sono le persone che veramente guidano e sostengo il nostro cammino. Tutto questo non è facile, ma noi crediamo che “Tutto è possibile presso Dio”. Se abbiamo l’umiltà di affidarci nelle sue mani, avremo la grazia di riuscire a fare molto più di quanto avevamo programmato di fare. La vita dei Santi è una conferma di quanto sia possibile, vero e fecondo, il cammino in obbedienza alla volontà di Dio.
- Il salto della fede
Coscienti, che “Tutto è possibile presso Dio”, la vita va’ fondata sulla roccia, sulla Persona di Gesù, sul valore della sua Parola che noi possiamo raggiungere con un atto di fede. E’ un passaggio dalle nostre facoltà umane, alla trascendenza di Dio. Si tratta di un salto della fede; é il passaggio dalle realtà che possiamo raggiungere con la nostra mente umana, a tutto ciò che è proprio della mente e del cuore di Dio. Certamente, ciò che rende possibile questo salto della fede, è l’azione dello Spirito Santo, che ha agito nel giorno della Pentecoste e che continua ad agire nel tempo. Per Dio, infatti, non esiste il passato, il presente e il futuro, ma un eterno presente. La persona umile che si lascia guidare dalla forza vitale dello Spirito Santo, nei tempi e nei modi che solo lo Spirito conosce, raggiunge una vera maturità spirituale, che dovrebbe essere di tutti i credenti in Gesù. Non si tratta di un cammino facile, ma come ci viene confermato dalla Sacra Scrittura: “Nulla è impossibile a Dio”. A noi, oggi, viene chiesta fiducia e perseveranza, ma anche di fare il possibile, per non rimandare a domani quello che potremmo fare oggi.
Sempre invochiamo l’aiuto di Maria, che ci sostenga con il suo cuore di mamma.
Commento al Vangelo di Marco 10,5
“GESU’ DISSE LORO: PER LA DUREZZA DEL VOSTRO CUORE MOSE’ SCRISSE PER VOI QUESTA NORMA” (Marco 10,5)
Le famiglie, anche nei tempi antichi, hanno sempre trovato difficoltà nel loro cammino. Essendo un problema molto complesso e delicato, un giorno alcuni Farisei si sono avvicinati a Gesù per metterlo alla prova chiedendogli: “E’ lecito a un marito ripudiare la propria moglie? Ma Egli disse loro: Che cosa vi ha ordinato Mosè? Dissero: Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio” (vv.2-4). A questo punto, Gesù ha dato una ferma e severa risposta alla loro provocazione: “Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma” (v.5). Gesù ha fatto capire che è stata una scelta forzata precisando che la causa principale è stata proprio “La durezza del vostro cuore”. Gesù ha poi concluso dichiarando apertamente che all’inizio della creazione Dio ha fatto le cose perbene. “L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto” (v. 9). Queste parole dovrebbero essere ascoltate e messe in pratica.
- La durezza del cuore
Come Gesù sapientemente ha detto, certe separazioni avvengono perchè il cuore si è indurito. E’ facile essere occupati e preoccupati dai tanti problemi che la vita terrena comporta; ciò che manca, è la preghiera. Troviamo il tempo per cose non sempre necessarie e non per la preghiera, per la Messa, per la Confessione, per il Santo Rosario. Se il tralcio si stacca dalla Vite, praticamente finisce per essere tagliato e gettato nel fuoco. Gesù è stato molto chiaro in merito: “Senza di me non potete fare nulla”. Gesù non cambia, è buono, ma fermo nelle sue dichiarazioni.
- Il rimedio possibile
Ora che siamo in cammino sulla terra, è un dovere per tutti cercare di impostare la vita in obbedienza alla volontà di Dio. Qual è allora la strada da percorrere per evitare quella durezza di cuore di cui si parla ? Ecco qualche indicazione:
– Come prima cosa, dobbiamo avere la certezza che la conversione sia sempre possibile; il demonio tende a scoraggiare le persone che hanno peccato.
– Con umiltà, bisogna trovare il coraggio di confessare bene e integralmente le mancanze fatte, avendo la ferma intenzione, di non cadere negli stessi errori.
– Una volta in Grazia di Dio, é importante consolidare il cammino, invocando lo Spirito Santo, con l’apposita Sequenza; poi, leggere e meditare la Parola di Dio.
– Un buon proposito è leggere ogni girono un capitolo del Vangelo, iniziando dal Vangelo di Matteo. Successivamente, Marco, Luca, e Giovanni.
– Non deve mai mancare una supplica alla nostra cara Mamma celeste con la preghiera del Santo Rosario, meditato bene, facendo attenzione ai vari misteri.
– “La fede senza le opere è morta in sé stessa” (Giac. 2,17). Ogni giorno ci dovremmo chiedere: che cosa ho fatto, oggi, per il mio prossimo?
– Conserviamo la coscienza che sempre siamo amati da Dio; non siamo ancora Santi, ma grazie al Battesimo ricevuto, siamo veramente figli di Dio. E’ importante credere nell’Amore che il Padre, Gesù e lo Spirito Santo, hanno oggi per noi.
Affidiamoci a Maria la nostra Mamma, che ci aiuti ad essere come Gesù ci vuole.
Commento al Vangelo di Marco 9,43
“E’ MEGLIO PER TE ENTRARE NELLA VITA MONCO, CHE CON DUE MANI ANDARE NELLA GEENNA, NEL FUOCO INESTINGUIBILE” (Marco 9,43)
Gesù, un giorno, facendo riferimento alla necessità di evitare ogni scandalo, soprattutto in riferimento ai bambini, ha parlato apertamente del premio o del castigo che ci attende dopo la morte. La prima considerazione da fare è che con la morte terrena la vita non finisce. Gesù parla di “Vita” per chi si comporta bene, e di “Geenna” per chi ha vissuto nel peccato e, in particolare, per chi ha scandalizzato dei bambini. Viene così confermata, dalla parola autorevole di Gesù, la realtà del Paradiso e la realtà dell’inferno. Coloro che dubitano o addirittura che negano queste due realtà, si convinceranno quando saranno davanti al Signore, ma allora non sarà più possibile rimediare. Non lasciamoci ingannare dall’astuzia del demonio e dai falsi profeti.
- La strada per il Paradiso
Quello che sarà domani, lo stiamo costruendo nella vita quotidiana, giorno dopo giorno. Nel Paradiso che ci attende, avremo la grazia di sperimentare pienamente cosa vuol dire essere amati da Dio, un Amore che rende la vita così intensa, da non desiderare altro. In Paradiso, comprenderemo tutta la preziosità di quel “Tesoro” nascosto, cioè della vita di Gesù, che sulla terra con fatica e con tanti limiti riusciamo a conoscere. In Paradiso, avremo la possibilità di esprimere tutta la potenzialità del nostro essere persone fatte a immagine e somiglianza di Dio.
In Paradiso, ci aspetta quindi una vita vissuta in tutta la sua potenzialità. Quello che conta, è vivere ora in modo da meritare quel premio. La strada che dobbiamo percorrere, è quella che Gesù stesso ci ha insegnato; “Questa è la vita eterna: che conoscano te l’unico vero Dio, e Colui ha mandato, Gesù Cristo” (Gv.17,3). Anche un dottore della Legge ha chiesto a Gesù: “Cosa devo fare per avere la vita eterna? Gesù rispose: cosa sta scritto nella Legge?…Fa questo e vivrai” (Lc.10,25-28). Quindi, Gesù, ci dice chiaramente che per raggiungere il Paradiso, dobbiamo osservare tutti i Comandamenti e avere piena fiducia, cioè vera fede in Dio Padre, in Gesù e nello Spirito Santo e ogni giorno, evitare il male e fare il bene.
- La realtà dell’inferno
Fanno impressione le parole di Gesù che parla dell’inferno: la Geenna, come “Fuoco inestinguibile” (v.43). Non sono necessarie tante considerazioni per capire questo; quello che dobbiamo dire, è che si tratta di un grande tormento e che sarà per sempre. Gesù ci esorta a fare tutto il possibile per evitare una tale condanna, fosse anche necessario tagliare una mano o un piede. Dobbiamo considerare seriamente quello che Gesù suggerisce e non rimandare a domani quello che possiamo ancora fare. Mettiamo in atto tutta la nostra buona volontà nel vincere la terribile tentazione del demonio, che nega, ciò che poi lui stesso disperatamente vive. Siamo sempre in tempo a liberarci dalle sue mani.
Maria ci aiuti a raggiungere il Paradiso e a non cadere in quel fuoco inestinguibile.
Commento al Vangelo di Marco 9,31
“Il FIGLIO DELL’UOMO STA PER ESSERE CONSEGNATO NELLE MANI DEGLI UOMINI, E LO UCCIDERANNO, MA UNA VOLTA UCCISO, DOPO TRE GIORNI RISORGERA’” (Marco 9,31)
Gesù, per tre volte ha fatto conoscere come si sarebbe conclusa la sua missione sulla terra; un giorno, ne ha parlato anche con gli Apostoli. Grande fu l’emozione nell’ascoltare tali cose, ma rimasero sconcertati quando, dopo aver parlato loro della condanna che avrebbe subito e del martirio fino alla morte, concluse dicendo che dopo tre giorni sarebbe risorto. Gli Apostoli avrebbero voluto chiedere a Gesù cosa volesse dire quando parlava di risurrezione, ma non ne hanno avuto il coraggio.
“Dopo tre giorni risorgerà“
Il fatto della risurrezione è veramente difficile da comprende per noi; la parola di Gesù, non lasciava spazio a nessun dubbio: così doveva essere e così è stato. Ecco perchè Gesù va ascoltato con fede e cioè con piena fiducia, anche quando parla di verità e di situazioni che umanamente non comprendiamo. Noi crediamo veramente, che Gesù è il Salvatore annunciato dai Profeti e atteso da secoli? Che Lui è il Verbo incarnato, che ha segnato la storia con la sua missione? Lui è il Pastore che si prende cura del gregge che il Padre gli ha affidato. Gesù è il capo della Chiesa, sua sposa, che ama intensamente e che difende contro le continue aggressioni che subisce. Egli stesso, in merito a questo, un giorno ha detto che le forze degli inferi non prevarranno mai. La vittoria finale è delle forze del bene, non delle forze del male, anche se oggi sembrerebbe il contrario.
Gesù, ha annunciato che con la sua Risurrezione avrebbe riaperto le porte del Paradiso, allora chiuse in conseguenza del peccato originale.
- Una missione che continua
La missione che Gesù ha compiuto, così preziosa e tanto efficace, ha sempre incontrato difficoltà. Quante volte, Scribi e Farisei, hanno cercato di opporsi alla sua Parola mettendolo in difficoltà con domande volutamente insidiose; la sapienza di Gesù li ha messi sempre a tacere. Alla fine, i suoi nemici sono riusciti a farlo condannare a morte e alla morte in croce. Tutto questo, Gesù, lo ha affrontato con la forza misteriosa del suo essere vero Dio e vero uomo, trasformando quella che sembrava una sconfitta, in una grande vittoria. Tutto questo Gesù lo ha fatto conoscere per tre volte nel corso della sua missione. Fu una gioia per alcuni, tristezza per altri. Anche ai nostri tempi sappiamo quante sono le difficoltà che la Chiesa, Sposa di Gesù, incontra nel suo cammino. A volte, può sembrare che il male, all’esterno, ma anche all’interno della Chiesa, possa prevalere, ma non è così: il bene c’è anche oggi, ma non si vede, mentre il male fa grande rumore. Come Cristiani non dobbiamo avere paura e con fiducia dobbiamo combattere la buona battaglia. La verità va difesa, combattendo con le armi che Gesù ha messo nelle nostre mani: La sua Parola, l’Eucaristia, i Sacramenti. La Missione continua, soprattutto per il fatto della preziosa e tanto efficace Presenza di Gesù, che mai abbandona il gregge, a volte così spaventato dalle forze del male. Grande sia per tutti la fiducia in Gesù Risorto, anche in questi giorni difficili per l’azione di falsi profeti.
Affidiamoci alla nostra mamma celeste, perchè ci sostenga in questa battaglia.
Commento al Vangelo di Marco 8,29
“E VOI CHI DITE CHE IO SIA? (Marco 8,29)
Era già da tempo che Gesù parlava alla gente e che faceva miracoli. Un giorno ai Discepoli pose una domanda:“La gente che dice che io sia?” (v.27),la loro risposta fu varia e dissero: “Giovanni il Battista, altri poi Elia o uno dei Profeti” (v.28). Gesù ha voluto però avere da loro una risposta personale, pertanto replicò dicendo: “E voi chi dite che io sia?” (v.29). Rispondere alla domanda di Gesù, non è stato facile. Pietro prese la parola e con il suo modo caratteristico di esprimersi disse: “Tu sei il Cristo” (v.29), poche parole, ma cariche di significato: Tu sei il nostro Salvatore.
- La nostra risposta
La domanda che Gesù ha posto ai suoi Discepoli, oggi la rivolge a ciascuno di noi: “E voi chi dite che io sia?”. Con umiltà e sincerità, dopo aver invocato lo Spirito Santo, dobbiamo dare la nostra risposta. Quello che un po’ tutti possiamo dire è che Gesù è una persona così preziosa, da non essere comprensibile con la nostra mente, se non in minima parte. Ciò che nasce spontaneamente dal cuore e attraverso la preghiera, è che Gesù è il tutto del nostro esistere; è una sorgente di luce particolare e misteriosa; un tesoro dal valore incalcolabile; una Persona in grado di comprendere e di corrispondere a tutte le esigenze del nostro vivere; è Colui che, riaprendo le porte del Paradiso con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione, ci ha fatto intravedere il fulgore e la bellezza della vita che ci attende. Egli è Colui che veramente salva e libera l’uomo da tutto ciò che offusca l’orizzonte che abbiamo davanti agli occhi. Gesù è la persona che fa sussultare il cuore per il coraggio che dimostra nell’essere costantemente presente in mezzo a noi, e che ogni giorno ci offre la possibilità di ricevere il suo Corpo e il suo Sangue. Gesù, è l’Amore che salva e che fa vivere la vita in pienezza.
- Una Parola nuova
Molte delle persone che hanno avuto la grazia di ascoltare Gesù “Erano stupiti dal suo insegnamento, perchè insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi” (Mc1,22). altri poi dicevano: “Da dove mai vengono a costui questa sapienza e questi miracoli?” (Mt. 13,54). Gli attributi che vengono riconosciuti a Gesù: sapienza e autorità, sono una conferma della preziosità della sua Parola. Per questo è importante ricordare che la fede è riconoscere e obbedire al valore della sua Parola. Quando questo avviene, la vita scorre con serenità e si sperimentano i famosi tre frutti dello Spirito Santo, che San Paolo ha scritto nella lettera ai Galati: “Amore, gioia, pace” (Galati 5,22). Quando invece manchiamo di fiducia alla Parola di Gesù, allora la vita si complica e si perde quella serenità che dovremmo sempre avere. Il cammino da compiere, è di essere obbedienti alla Parola di Gesù, anche nei momenti difficili che la vita comporta.
- Riconoscenza.
E’ importante e doveroso per tutti, rendere grazie per la presenza di Gesù in mezzo a noi. Esprimiamo la nostra riconoscenza, non con le parole, ma con il fermo proposito di agire sempre secondo gli insegnamenti che Lui ci ha dato, E’ Lui il nostro vero maestro; la nostra guida; la gioia del nostro esistere.
La nostra cara mamma del cielo, ci sostenga nel cammino che stiamo facendo.
Commento al Vangelo di Marco 7,32
“Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano” (Marco 7,32)
Gesù era di ritorno dalla regione di Tiro; strada facendo gli condussero un sordomuto supplicandolo che almeno lo toccasse con la sua mano. Erano certi che il contatto con Lui sarebbe stato efficace. Significativo il fatto che non abbiano chiesto il miracolo, ma solo la imposizione delle sue mani. Questo è stato un segno della fiducia che avevano in Gesù; grazie a questa fiducia è avvenuto il miracolo. Significativo è pure il fatto che questa volta Gesù non si è limitato a pronunciare una Parola miracolosa, ma “Gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua”(v.33). Dopo aver compiuto i due gesti “Guardando verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà” cioè “Apriti” (v.34). Questo è ciò che avviene quando si amministra un Sacramento, c’è una preghiera, un gesto e la parola che rende efficace l’atto.
- La potenza di Gesù
Prima di ogni altra riflessione, prendiamo coscienza di quanto sia preziosa e veramente particolare la Persona di Gesù. Molte volte la gente faceva fatica a comprendere il messaggio che Gesù annunciava, ma chiari e molto evidenti erano i gesti e i segni che compiva; il miracolo avveniva con una tempestività che stupiva tutti, Così è stato con il sordomuto, dopo i gesti compiuti e la famosa parola “Effata” è avvenuta la completa guarigione. E’ bene ricordare che fra i miracoli che Gesù ha compiuto, brilla di una luce particolare ciò che avviene ogni giorno sull’altare, quando il Sacerdote celebra la Santa Messa; è la Transustanziazione. Quel pane diventa il Corpo di Gesù e quel vino diventa il suo Sangue. Questa è la vera potenza di Gesù. Peccato che non tutti si rendano conto di questo miracolo quotidiano. Un dono così grande poi si completa con la possibilità di fare la Comunione. Questo prezioso contatto intimo e personale con Gesù, non ci può lasciare indifferenti, ma dovrebbe suscitare in noi una grande riconoscenza.
- “Effatà” cioè “Apriti“
La Parola di Gesù è stata ed è tutt’ora miracolosa. Su quel sordomuto, appena Gesù ha pronunciato la parola “Effatà”, tutto è cambiato. In altre circostanze, la Parola di Gesù ha assunto significati e compiuto azioni diverse, ma sempre ha manifestato una misteriosa efficacia. E’ importante, quindi, credere nella sua Parola, riporre la massima fiducia e averla sempre come riferimento per ogni decisione o scelta che dobbiamo fare. La fede è proprio riconoscere il valore, l’autorità, l’autorevolezza della Parola di Gesù. Quando invece, a causa della nostra povertà spirituale, diamo spazio a certi tentennamenti, alla fine ci troviamo in un labirinto dal quale è difficile uscire.
- La nostra mano, nella sua mano
Per quel sordomuto hanno chiesto a Gesù di imporre su di lui la sua mano e il miracolo si è compiuto. Per noi, oggi, è importante mettere la nostra mano nella sua mano. Un gesto semplice che può assumere, se fatto con fede, un valore e una efficacia particolare. E’ un atto di affidamento alla persona di Gesù, che con la sua potenza cambia e guarisce le nostre ferite spirituali.
Maria, ci aiuti ad essere persone che sempre vivono la comunione con Gesù.
Commento al Vangelo di Marco 7,6
QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE E’ LONTANO DA ME” (Marco 7,6)
Un giorno Gesù, citando il profeta Isaia 29,13, ha fatto notare una mancanza che vedeva in alcune persone, e cioè che “Con le labbra mi onorano, ma il loro cuore è lontano da me”.
Non sono le parole che hanno valore o certe preghiere recitate senza cuore. Non servono riti particolari per esprimere la propria religiosità, quello che Gesù chiede è che si costruisca la casa sulla roccia e non sulla sabbia e cioè che sia Lui la persona di rifermento per il cammino che dobbiamo compiere. In altre occasioni Gesù è stato ancora più esplicito dicendo: “Senza di me, non potete far nulla” (Gv.15,5). Questo forte richiamo di Gesù, è della massima importanza per coloro che intendono seguirlo.
Una linfa indispensabile
Per meglio comprendere quanto sia necessario il riferimento a Gesù, la comunione con Lui per vivere e agire con efficacia e nel modo in cui viviamo, Gesù stesso lo ha fatto capire con la significativa immagine della vite e dei tralci. Chi pensa che il tralcio sia una realtà autosufficiente, cioè che possa da solo arrivare a portare il grappolo d’uva senza quella linfa che solo Gesù può donare, alla fine si trova fra le mani non il grappolo d’uva, ma foglie appassite. Gesù chiede a tutti un cuore che sia in perfetta comunione con il suo cuore. L’uomo è libero di fare le sue scelte, ma nessuno potrà mai sostituirsi alla preziosa azione (linfa) che soltanto Gesù è in grado di dare. Il mondo offre delle possibilità che tentano di sostituirsi all’azione di Gesù, ma nel corso della vita, quello che il mondo offre risulta sterile.
Il cammino da compiere
Per arrivare ad essere persone che vivono con il cuore unito al cuore di Gesù, la strada da compiere non è facile, ma possibile. Come prima cosa è importante invocare l’aiuto dello Spirito Santo, perchè sia luce per capire e forza per fare.
Messa al sicuro la vita con la piena obbedienza ai Comandamenti e alle norme del Vangelo, il cammino deve avere spazi per la preghiera e per l’Adorazione.
Sia la preghiera che l’Adorazione non devono essere vissute in modo formale, fatte perchè devono essere fatte, ma vissute come vero dialogo con il Signore. Nel cammino deve trovare spazio la Parola di Dio, volutamente ricercata e vissuta. Indispensabili sono momenti poi di vera comunione con la persona di Gesù.
La presenza di Gesù, va considerata in tutta la sua concretezza, in tutta la sua realtà, in tutta la sua misteriosa forza. Va evitata ogni forma di falsa umiltà che porta a considerare impossibile una vera e intima comunione con Gesù. Non siamo noi a instaurare questa comunione, ma è Gesù stesso che opera in noi, se siamo docili e attenti alle sue ispirazioni.
Una sintonia possibile
Quello che Gesù chiede, quello che Gesù fa sentire in certi momenti di intimità con Lui, è sempre da considerare possibile e con grande gioia. Soltanto Gesù sa bene ciò di cui abbiamo bisogno e Lui solo è in grado di intervenire nel modo giusto e adeguato alla nostra condizione di vita. Con docilità accogliamo il suo intervento.
Chiediamo a Maria, il dono di essere sempre docili all’azione del suo Figlio Gesù.
Commento al Vangelo di Giovanni 6,69
“NOI ABBIAMO CREDUTO E CONOSCIUTO CHE TU SEI IL SANTO DI DIO” (Gv.6,69)
Il discorso che Gesù ha fatto nella Sinagoga di Cafarnao, ha suscitato in tutti gli ascoltatori forti dubbi. Gesù aveva detto: “Io sono il pane della vita…Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (v.51). Questa dichiarazione a tutti è sembrata una realtà incomprensibile e fuori di ogni legge umana. Questo è vero se ragioniamo solo con la nostra mente, ma dobbiamo considerare che chi parla è Gesù. vero uomo e vero Dio e la sua Parola va accolta quindi con fede, con piena fiducia, anche se umanamente non si comprende. Gesù è Colui che rende possibile l’impossibile umano. Quello che a Cafarnao ha annunciato diventerà realtà nell’ultima cena. Gesù ha voluto questo per dare a noi la possibilità di raggiungere un livello di vita spirituale molto alto. L‘Eucaristia infatti genera in noi una particolare sensibilità spirituale così da renderci capaci di stabilire vere, giuste, equilibrate relazioni, con la natura, con il prossimo e sopratutto con Dio.
- Un cibo e una bevanda nuovi
La missione di Gesù sulla terra ha raggiunto livelli molto alti, preziosi e sopratutto efficaci. Ecco perchè ci dobbiamo avvicinare a Lui con piena fiducia, senza nessuna pretesa di riuscire a comprendere umanamente tutto quello che dice e che compie. La missione di Gesù è stata primariamente redentrice e cioè un’opera di salvezza per l’umanità che era caduta nel peccato. Ora però, che ha riportato l’uomo sul piano della salvezza, Lui stesso, nel suo infinito Amore, ha fatto in modo che la vita dei salvati, fosse alimentata, sostenuta e ravvivata con un cibo e una bevanda soprannaturale. Si tratta di un prezioso dono che mai avremmo potuto pensare di poterlo ricevere sulla terra.
- “Anche voi volete andarvene?”
Le parole di Gesù quel giorno hanno sconvolto anche gli Apostoli. Sul momento essi non hanno avuto la grazia di considerare nel modo giusto e cioè a livello di fede, quello che Gesù ha detto e cioè che intendeva offriva il suo Corpo come cibo e ilsuo Sangue come bevanda. Gesù vedendo in loro dubbi e titubanza, senza mezzi termini disse: “Anche voi volete andarvene? (v.67). Di fronte a un silenzio molto imbarazzante, Pietro ha preso la parola e disse: Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (vv.68-69). Questa è la riposta che noi oggi siamo chiamati a dare al misterioso annuncio di Gesù. Su questo miracolo Eucaristico, dobbiamo essere fermi e tenacemente capaci di respingere ogni ragionamento che tenta di negare la reale presenza di Gesù in quell’Ostia consacrata. Gesù non fa sconti a nessuno. la verità dell’Eucaristia è questa, ogni tentennamento va superato con tempestività.
La Parola di Gesù è per noi Cristiani norma di vita. In Gesù, dobbiamo la forca, la volontà di fidarci pienamente, e così facendo si sperimenta una grande gioia.
L’Eucarestia, che noi possiamo ricevere, nonostante la nostra povera condizione umana, è la testimonianza dell’Amore infinito che Gesù ha per noi creature umane.
Maria ci aiuti ad essere persone che fondano la propria vita sulla persona di Gesù.
Commento al Vangelo di Giovanni 6,54
“CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE HA LA VITA ETERNA E IO LO RISUSCITERO’ NELL’ULTIMO GIORNO” (Giovanni 6,54)
Un giorno, nella Sinagoga di Cafarnao, Gesù ha pronunciato delle parole, preziosa testimonianza del suo Amore per l’umanità: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (v.54).
Con queste parole, Gesù intendeva offrire il suo corpo e il suo Sangue per dare la vita alle persone che a Lui si affidano. Il dono che Gesù prometteva, non era solo per le necessità della vita terrena, ma, soprattutto, per tutto ciò che è importante per poter raggiungere la vita eterna. Una dichiarazione così forte,ha impressionato e stupito tutti i presenti che a sua volta si domandavano: “Come può costui darci la sua carne da mangiare”? (v. 52). La risposta di Gesù fu ancora più preoccupante e severa allo stesso tempo, quando disse. “in verità, in verità vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” (v. 53). Gesù disse questo con tutta la sua autorità e autorevolezza. senza temere la reazione negativa dei Giudei che lo ascoltavano. Quello che Gesù ha detto, non era possibile comprenderlo con la mente umana; una tale Parola va accolta con la fede e cioè con la piena fiducia nella Persona che l’ha espressa. Così è la fede, che si fonda non su quello che umanamente riusciamo a capire, ma ha le sue radici sull’autorità e l’autorevolezza della persona che l’ha pronunciata.Tutto dipende dalla fiducia che si nutre in Gesù.
- Un cibo che ci fa vivere in Gesù
La rivelazione che Gesù ha fatto a Cafarnao, ha messo in evidenza anche il prezioso aiuto che questo “Cibo” genera in chi lo riceve; “Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue dimora in me e io in lui” (v.56). Questo “Cibo” è così prezioso e tanto efficace da stabilire una vera comunione con Gesù. E’ un miracolo della Grazia, perchè da noi, con le nostre facoltà umane, non potremmo mai riuscire a far nascere e generare una tale intimità con Gesù. Che meraviglia e stupisce poi è il fatto che non siamo noi a chiedere una tale intimità, ma è Lui che la concede; è un frutto contenuto nella realtà del Sacramento che riceviamo. Quanto è importante, allora, prendere coscienza e meditare sulla bellezza e sulla gratuità di ciò che Gesù ci offre, quando riceviamo il Sacramento dell’Eucaristia.
- Una parola difficile
Dopo queste dichiarazioni così importanti e cariche di mistero, “Molti si tirarono indietro e non andavano più con Lui ” (v. 66); anche i discepoli rimasero stupiti e confusi; Gesù allora rivolto a loro disse: “Forse volete andarvene anche voi?” (v. 67). Fa pensare molto questa domanda. Oggi, siamo nelle stesse condizioni, e se abbiamo fede, se riponiamo piena fiducia nella Parola di Gesù, otteniamo la grazia di seguirlo e di essere beneficiati da tutta la preziosità che comporta questo Sacramento; se invece fermiamo tutto a ciò che la nostra mente umana può capire, allora perdiamo la sintonia con Lui e rimaniamo soli e ripiegati sulle nostre povere e limitate considerazioni. Non lasciamoci ingannare da Satana, ma con fermezza, tempestività e senza tentennamenti, con cuore aperto e con una volontà granitica, accogliamo tutto il mistero che l’Eucaristia comporta.
Maria ci aiuti ad essere persone che ciecamente si affidano al suo Gesù.