Commento al Vangelo di Matteo 3,2
“CONVERTITEVI PERCHE’ IL REGNO DEI CIELI E’ VICINO” (Matteo 3,2)

Risuona ancora oggi la voce di Giovanni Battista, con tutta la sua carica di Santità .
Il suo forte invito alla conversione, oggi risuona anche per noi, che tanto abbiamo bisogno di uscire da certi schemi di vita mediocre per poi iniziare un cammino che sia conforme alla volontà di Dio. Per fare questo è importante mettere in atto la virtù dell’umiltà . Dobbiamo uscire da situazioni oscure e allargare gli orizzonti.
- “Il Regno dei cieli è vicino“
Giovanni Battista, con la sua predicazione forte e insistente, esortava tutti ad essere attenti a quello che nella storia della salvezza si stava compiendo. Il popolo camminava guidato dalla Legge, ma ora “il Regno dei cieli è vicino” e cioè si stava passando dalla Legge che guidava il popolo, alla fede in Gesù Salvatore.
Un passaggio importante e fondamentale per la salvezza eterna. La predicazione sulla necessità di questo passaggio, ha chiesto tanto sacrificio al Battista e non meno al grande Apostolo Paolo, che ha speso tutte le sue forze per affermare che la salvezza non sta solo nell’osservanza della Legge, ma nella fede in Gesù. Questa verità così importante è stata confermata da Gesù stesso che un giorno disse: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono vento ad abolire, ma a dare compimento” (Mt.5,17).
- Una battaglia ancora in atto
Quello che poteva sembrare un passaggio abbastanza tranquillo, è stata invece una battaglia che il demonio ha scatenato e che ancora continua ad alimentare.
L’azione di Satana è indurre le persone a credere che per la salvezza basta l’osservanza della Legge e non necessariamente la fiducia in Gesù.
E’ impressionante il fatto di quante volte Gesù è stato accusato da Scribi, Farisei e capi religiosi, di essere uno che voleva sostituirsi alla Legge. Le accuse contro di Lui furono tali da riuscire a condannarlo a morte. Ma Gesù è Risorto. Ora la voce di Gesù, continua nel tempo attraverso gli Apostoli e i loro successori. Una battaglia difficile, ma con una sentenza positiva, confermata dalla parola di Gesù che disse a Pietro: “Le potenze degli inferi, non prevarranno” (Mt.16,18).
- Il mio atto di fede
Quale coscienza abbiamo di questa battaglia che Satana continua ad alimentare in tanti modi? Quello che dobbiamo evitare è la voce di falsi profeti. Noi fermamente crediamo che “Il Regno dei cieli è vicino” ed è riassunto nella persona di Gesù. Verbo Incarnato per la salvezza dell’umanità . La nostra fede in Gesù deve esprimersi con la piena fiducia nella sua Parola, Dobbiamo obbedire a tutti i suoi insegnamenti e respingere, come realtà velenosa, ogni voce che non sia in piena sintonia con quella di Gesù. Mettiamo le radici della nostra vita su Gesù. Facciamo però attenzione perchè siamo in un mondo inquinato non solo dal paganesimo, ma il pericolo viene anche da persone che, ormai abituate a tante forme di preghiere personali, si disperdono in mille rivoli e non sono cosi facilmente capaci di avere Gesù come unico riferimento, come unica Persona che ci può salvare.
Maria, la nostra cara mamma, ci aiuti ad avere ferma e tenace fiducia in Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 24, 39
“NON SI ACCORSERO DI NULLA FINCHE’ VENNE IL DILUVIO E TRAVOLSE TUTTI. COSI’ SARA’  ANCHE LA VENUTA DEL FIGLIO DELL’UOMO”              (Matteo 24,39)

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La storia ha un suo valore. Sarebbe importante per tutti non dimenticare facilmente quello che è avvenuto nei tempi passati, per evitare di cadere negli stessi errori. Purtroppo, non è così! Anche ai tempi di Noè, le persone di tutti i ceti, “Mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti” (vv. 38-39). Oggi dobbiamo stare attenti perchè non sappiamo che cosa può succedere da un giorno all’altro. Camminiamo in un campo minato e non c’è sicurezza per nessuno. Anche chi vive una vita fondata sul denaro, sul potere e sul piacere, non può sperare di essere risparmiato.
- La roccia di salvezza
È significativo quello che si legge nel Vangelo, quando Gesù parla della casa fondata sulla roccia e di un’altra fondata sula sabbia (cf. Mt. 7,24-27). La Roccia è per noi Gesù, il Verbo incarnato, il prezioso dono che il Padre ha dato per la salvezza dell’umanità . È con fermezza e con tempestività che tutti siamo chiamati a mettere le radici della nostra vita sulla vera Roccia. Questo affidamento e quindi questa obbedienza a Gesù, non deve essere però né formale, né parziale. Alcune persone, si illudono che per salvarsi basti una certa devozione a Gesù, avere rispetto della sua persona, non offenderlo con dei peccati. Questo non basta! Fondare la vita su Gesù, Roccia di salvezza, significa stabilire con Lui un sincero dialogo, avere momenti di ascolto della sua Parola e con perseveranza metterla in pratica. In particolare, coltivare e vivere una intima comunione con Lui, che si dichiara per noi come Lo Sposo (cfr Mt.9,15). Dobbiamo quindi passare da una devozione verso Gesù a una vera e pura relazione con Gesù.
- “Perciò anche voi tenetevi pronti” (v.44).
I buoni propositi, se non diventano realtà , non hanno significato. Oggi Gesù apertamente ci dice; “Anche voi tenetevi pronti perchè, nell’ora che meno immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (v.44). Viene Gesù per un resoconto della nostra vita; vorrà vedere come abbiamo impiegato i talenti che ci ha dato e come abbiamo impiegato il tempo nel corso della vita. Sarà un momento di gioia per chi si è comportato bene e ha fatto sempre il proprio dovere. Non sarà così, per coloro che hanno vissuto una vita nel peccato e mai hanno voluto accettare l’invito alla conversione. Per loro saranno giorni di paura e terrore.
- Un buon proposito
La vita è preziosa e quindi non dobbiamo aspettare tempo per un cammino che sia positivo e fecondo in tutti i sensi. Ecco allora un buon proposito per dare subito al nostro cammino una buona direzione. Vivere in Grazia di Dio. Vivere la presenza di Gesù, Perdonare e amare il prossimo. Compiere opere ci carità . Fare in modo che la preghiera sia fatta bene, non in modo recitativo, ma sia vissuta come dialogo intimo e personale con Gesù. Sempre efficace è la Parola di Dio, che sia letta bene, con calma e soprattutto accolta e creduta in tutti i suoi contenuti. Stiamo attenti a non dare spazio ai dubbi, perchè sono come funghi velenosi per la fede.
Che Maria ci tenga le mani in capo e ci scuota se manchiamo di fedeltà .
Commento al Vangelo di Luca 23, 38

“SOPRA DI LUI C’ERA ANCHE UNA SCRITTA:   COSTUI È IL RE DEI GUDEI” (Luca 23,38)
Nella sua missione sulla terra, Gesù è stato gioiosamente accolto da molti, ma da altri, Giudei e Farisei, ostacolato e avversato fino ad essere condannato alla morte in croce.
Molte di queste umiliazioni sono state per Gesù, occasione per delle importanti catechesi. Sulla Croce avevano messo una scritta che diceva: “Costui è il re dei Giudei”. Quella scritta ha irritato gli stessi Giudei, che hanno chiesto a Pilato di toglierla, ma Pilato rispose; “Quello che ho scritto è scritto” (Gv.19,22). Così fu fatto conoscere a tutti chi è Gesù. Le persone che non credono in Gesù, fanno di tutto per mettere in ombra quello che Gesù è, quello che ha fatto e continua a fare per la salvezza dell’umanità . Queste persone non si rendono però conto che ogni freccia e cattiveria lanciata su Gesù, alla fine ritorna su di loro. Non dimentichiamo che Gesù non è soltanto “Vero uomo, ma da sempre è “vero Dio“. La storia conferma, che anche per le persone più influenti nel mondo, ogni loro progetto di cattiveria contro Gesù e contro la sua Chiesa, è sempre fallito. Quello che è stato, sarà così anche per coloro che oggi si illudono di vincere la battaglia contro l’Opera che Dio ha voluto per la nostra salvezza.
- La regalità di Gesù
È importante prendere coscienza del fatto che Gesù desideri regnare nei nostri cuori; è un prezioso dono che Gesù ci offre non è assolutamente un volere in qualche modo influire sulla nostra volontà . Questo avviene per i re di questo mondo. Quello che Gesù ci offre, è un grande atto di Amore.
– La Regalità di Gesù su di noi è una Luce che ci fa comprendere bene quello che dobbiamo fare come suoi collaboratori per l’avvento del Regno. È la forza necessaria per affrontare positivamente le difficoltà che incontriamo nell’osservare i vari comandamenti. È sostegno d’Amore tanto necessario per rendere feconda la nostra azione. È Misericordia se qualche volta, per la nostra fragilità , non riusciamo a compiere bene il nostro dovere. È un vero incoraggiamento quando le prove e le sofferenze, mettono a dura prova la nostra resistenza al male. È sempre una carica di speranza che ci rende sensibili al dono eterno che avremo se saremo stati perseveranti nel fare il bene. La Regalità di Gesù su di noi, è un grande aiuto per l’umanità , che può contare sulla presenza di Gesù Buon Pastore, che ha fatto uscire le pecore dall’ovile “cammina davanti ad esse” (Gv. 10,4).
- Amore e riconoscenza
Cerchiamo di corrispondere a tanto Amore che Gesù non cessa mai di effondere su di noi, e fare questo non con semplici parole, ma con una gioiosa disponibilità nel vivere la nostra vita quotidiana in obbedienza alla sua Parola e sempre in comunione con Lui. Vivere coscienti della presenza di Gesù, non è sempre facile specialmente in un mondo come il nostro, carico di tante tensioni. Facilmente il cammino diventa però possibile se, e nella misura in cui viviamo motivati da quello che stiamo vivendo e cioè del grande dono di avere Gesù come nostro Re. È verità di fede che la Regalità di Gesù, non è una realtà astratta, ma un’azione concreta a beneficio di tutti i credenti. È una grazia da chiedere e invochiamo per questo l’aiuto della Mamma celeste, che non si limita a guardare come vanno le cose, ma come vera mamma, interviene concretamente nel momento del bisogno.
Commento al Vangelo di Luca 21,7

“GLI DOMANDARONO: MAESTRO, QUANDO DUNQUE, ACCADRANNO QUESTE COSE E QUALE SARA’ IL SEGNO, QUANDO ESSE STARANNO PER ACCADERE? (Luca 21,7)
Un giorno, mentre gli Apostoli ammiravano la bellezza del Tempio, Gesù, con la sua parola forte e autorevole, pronunciò una profezia che ha riempito tutti di stupore, disse: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta” (v.6).Fu comprensibile per tutti domandare con ansia come e quando questo sarebbe avvenuto; Gesù ha risposto parlando di alcuni segni premonitori che tutti avrebbero personalmente sperimentato.
- Segni premonitori
Noi viviamo in un tempo dove possiamo vedere di persona il compimento della profezia che Gesù ha fatto. Oggi a Gerusalemme sulla spianata del Tempio, non solo il Tempio non c’è più, ma sono state costruite in quel posto due Moschee, e questa è stata una ulteriore umiliazione per il popolo di Israele. Nell’attesa di altri minacciosi eventi, Gesù ha profetizzato che ci saranno prima dei segni premonitori, diceva loro: “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi nel cielo; ma prima di tutto metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno” (vv.10 -12). Quindi tutti si renderanno conto della gravità delle cose, nella speranza che poi arrivino alla conversione.
- “Badate di non lasciarvi ingannare” (v.8).
Queste parole dette da Gesù fanno comprendere come il demonio farà di tutto per offuscare la verità . In quei momenti drammatici, sarà importante non lasciarsi prendere dalla paura, ma vivere più intensamente la comunione con Gesù, unica vera speranza di salvezza fisica e spirituale. Coloro che invece di pregare e fidarsi del Signore si lasceranno trascinare dallo sgomento e dalla disperazione, inveiranno contro Dio pensandolo come autore di tutte le catastrofi che accadono. Gesù, quindi, raccomanda di avere fiducia e di consolidare la comunione con Lui.
- “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita“
Gesù vuole la salvezza delle anime, non la distruzione. Cataclismi, terremoti, pestilenze, terrificanti segni nel cielo e persecuzioni saranno permesse solo allo scopo che i peccatori siano fortemente richiamati alla conversione. Se invece resisteranno nella loro condotta peccaminosa, allora subiranno tutta la tragedia di quei giorni. Detto questo, per noi cristiani, se saremo sempre fiduciosi nella presenza operante di Gesù salvatore, l’impegno che dovremo dimostrare sarà di essere perseveranti nel nostro cammino di fede. In quei giorni saremo anche noi coinvolti dalla tragedia che avverrà su tutto il mondo, ma a differenza di chi non crede, per noi sarà una sofferenza, che se accettata con fede, diventerà veramente meritoria. Il punto delicato è che trovi in noi la perseveranza, Si presume infatti che questi tragici eventi non avranno la durata di un girono e che certamente saranno motivo di sofferenze concrete anche per noi. Gesù, comunque, ci garantisce che proprio la nostra perseveranza ci otterrà il premio eterno. Ci dobbiamo preparare a questi eventi con fede, non con la paura.
Chiediamo a Maria la grazia di essere pronti a queste prove storiche
Commento al Vangelo di Luca 20,37

” IL SIGNORE E’ IL DIO DI ABRAMO,  DIO DI ISACCO  E DIO DI GIACOBBE. NON E’ DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI”         (Luca 20,37). Â
Gesù nella sua missione terrena, più volte è stato incompreso e minacciato. Molte volte veniva messo in difficoltà con false domande. Ma Gesù non era una persona come gli altri, Egli è veramente Dio e veramente uomo. Nella sua sapienza Divina Gesù, non solo ha sempre evitato l’inganno, ma ha saputo trarre dalla loro domande, fatte con cattiva intenzione, un motivo per annunciare verità della fede.
- La vita che ci attende
Alcuni Sadducei, che non credono alla risurrezione dei morti, un giorno hanno posto a Gesù, sempre con cattiva intenzione, questa domanda: se una donna che in questa vita è stata moglie di sette fratelli; nella vita futura di chi sarà moglie?
Gesù ha risposto che le condizioni di vita dopo la morte sono diverse e pertanto “Quelli che sono giudicati degni della vita futura non prendono né moglie, né
marito perché sono uguali agli angeli” (v.35). La riposta di Gesù rivela così una verità molto importante e cioè che in cielo “Saremo uguali agli Angeli“.
Particolarmente interessante poi è quanto ha detto Gesù riguardo alla risurrezione dei morti. Sono sue parole:“Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè, a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe, non è Dio dei morti, ma dei viventi” (v.37). Anche questa è una seconda preziosa rivelazione che ci riguarda personalmente.
La nostra vita sulla terra ha un limite, con la morte, il nostro corpo cessa le sue funzioni e si consuma totalmente, ma nel giorno e nel modo che solo Dio conosce, avverrà la risurrezione anche del corpo. Si legge nel Vangelo di Giovanni; “Viene l’ora i cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv.5,28.29). Questa è una nuova conferma che con la morte fisica non tutto finisce, ma ci attende una vita nuova e per sempre.
- “Dio dei viventi“
Impariamo e guardiamo con fiducia e con speranza alla vita che ci attende. Quello che ci attende in futuro non è la fine della vita, ma “Tutti vivremo per Dio” (Lc.20,38).Non è possibile per ora comprendere bene cosa significhi “vivere per Dio”, ma certamente, per chi avrà vissuto in obbedienza ai Comandamenti di Dio, sperimenterà , una vita dove Dio “che è Amore” ci farà partecipi di tutto ciò che Lui è; di tutta la forza del suo essere Amore; della intensità e pienezza di luce che da Lui effonde. Lassù, in Paradiso, avremo la grazia di vivere tutta la potenzialità del nostro essere persone fatte a immagine somiglianza di Dio e di conoscere tutto quello che sulla terra non è stato possibile a causa dei limiti umani. Sarà una grande gioia anche poter vedere e scrutare tutta la realtà dell’Universo.
- Un dono per tutti. Le porte del Paradiso sono aperte per tutti:
Non esistono discriminazioni, oppure permessi particolari per essere ammessi. Quello che Gesù chiede è una vita in sintonia con Lui, in obbedienza alla sua volontà e con piena fiducia in tutto quello che ha fatto e continua a fare per la salvezza dell’umanità . Che Maria, la nostra mamma celeste, ci aiuti a raggiungere il Paradiso.
Commento al Vangelo di Luca 19-9
” GESU’ GLI RISPOSE: OGGI PER QUESTA CASA E’ VENUTA LA SALVEZZA” (Luca 19,9)

Dal peccato è arrivato alla Grazia. Così è stato per Matteo, che da esattore delle tasse ebbe la grazia di diventare uno degli Apostoli di Gesù.
Quel semplice gesto di salire su un albero per
riuscire a vedere Gesù che stava passando, è valso per essere “contagiato” dalla persona di Gesù. Infatti, “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: Zaccheo, scendi subito, perchè devo fermarmi a casa tua” (v.5). Significativo è il fatto di Gesù che ha annunciato, a quell’esattore di tasse, che lo voleva incontrare proprio nella sua casa, ed era una casa di peccatori.
La potenza della Parola di Gesù
La conversione avvenuta in Zaccheo, è una conferma di come e quanto la Parola di Gesù abbia in sé stessa una potenza misteriosa. E’ bastato dire “scendi subito” e nel cuore di quell’uomo tutto è cambiato. Fu per Zaccheo un cambiamento radicale. Quando erano a tavola, nella casa di Zaccheo, mentre alcuni mormoravano per il fatto che Gesù fosse entrato nella casa di peccatori, Zaccheo “Alzatosi, disse al Signore: Ecco Signore, io dono la metà di quello che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (v.8). Queste parole sono la conferma di quanto fosse vera la conversione di questo esattore delle tasse.
Un esempio da imitare
Nella conversione di Zaccheo sono significativi due comportamenti; il primo è nella risposta tempestiva che lui ha dato a Gesù. Certamente la Grazia ha operato, ma Zaccheo non ha tardato nel dare una risposta positiva. Non sempre, purtroppo, questo avviene in persone che il Signore chiama a compiere scelte particolari. Esse non sempre sono tempestive nel rispondere alla Chiamata, lasciano passare del tempo prezioso e, alla fine, perdono il dono che potevano ricevere.
E’ questione di fiducia nello Spirito Santo che non manca di chiamare giovani alla vita Consacrata, tanto utile e necessaria per l’ evangelizzazione.
– Il secondo aspetto positivo che viene evidenziato nella conversione di Zaccheo, è la totalità del dono. Il Signore quando chiama chiede tutto o niente. Se una risposta alla vocazione viene vissuta con dei condizionamenti e la paura della totalità , essa fallisce in partenza, comunque non porta i frutti che dovrebbe dare.
“Oggi per questa casa è avvenuta la salvezza”
Gesù conferma come il seme posto nel cuore di Zaccheo abbia portato il frutto desiderato. Tutto è Grazia, è vero, ma la Parola che Gesù aveva seminato nel cuore di Zaccheo, non ha trovato un rifiutato in lui, non è stata soffocata da preoccupazioni o calcoli umani egoistici. Lo Spirito Santo agisce nelle persone, lasciando però a ciascuna di loro, la libertà di decidere: “Se vuoi”. Un atto di Amore, perché sia veramente tale, deve essere compiuto con piena coscienza e nella massima libertà . Queste sono condizioni che garantiscono anche nei momenti pù difficili della vita, la vera gioia, la pace e tanto Amore. La risposta di Zaccheo ha meritato la lode espressa da Gesù, confermata dicendo:“Per questa casa è avvenuta la salvezza”. Oggi viviamo in un mondo che aggredisce le persone con strumenti che possono essere utili se usati bene (es. internet), ma che sono assai pericolosi quando invitano a curiosare su cose cattive. Chiediamo a Maria che aiuti i nostri giovani ad accogliere con coraggio l’invito ad una vita Consacrata.
Commento al Vangelo di Luca 18,10

“DUE UOMNI SALIVANO AL TEMPIO A PREGARE: UNO ERA FARISEO E L’ALTRO PUBBLICANO” (Luca 18,10)
Gesù, sempre ci dona preziosi insegnamenti.
Un giorno, per far capire quanto fosse importante presentarsi davanti a Dio con umiltà e non come persone arrivate e perfette, portò l’esempio di due uomini che salivano al Tempio per pregare;
uno era un fariseo e l’altro un pubblicano. Il fariseo, subito iniziò facendo un elenco del suo comportamento, pienamente conforme alla Legge, confrontandosi con un pubblicano che era dietro di lui. Il pubblicano, invece, “Fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio abbi pietà di me che sono un peccatore” (v.13).
Due comportamenti molto diversi e che Gesù giudica dicendo: “Io vi dico che il pubblicano, a differenza dell’atro, tornò a casa giustificato” (v.14).
“Chi si esalta sarà umiliato”
Ogni persona umana ha pregi e difetti. Ma esistono persone che sono convinte di avere solo pregi e si vantano di aver raggiunto livelli culturali molto alti. Queste persone, però, dovrebbero verificare se quello che sono riuscite a fare, è stato merito loro, oppure perché sostenute da buone condizioni familiari. Attribuire a se stessi quello che effettivamente abbiamo ricevuto da altri, non è cosa onesta. Ecco perché Gesù interviene dicendo che ” Chi si esalta sarà umiliato”. Presto o tardi la sua vana gloria verrà meno e grande sarà il disagio quando tutto svanirà .
“Chi si umilia sarà esaltato”
Proprio in questi tempi abbiamo persone e famiglie in difficoltà per cause diverse.
Il disagio e l’umiliazione per queste persone è sentirsi oltretutto anche giudicate, come ha fatto quel fariseo: “io non sono come quel pubblicano”. La povera condizione del Samaritano, probabilmente, era causata anche dai suoi limiti, ma lui stesso, si accusa battendosi il petto. Fu questo atto di umiliazione che gli procurò il perdono e l’apprezzamento di Gesù che disse: Il pubblicano, a differenza del fariseo, tornò a casa giustificato. Prezioso quindi è l’insegnamento di Gesù, che non si meraviglia dei nostri peccati, ma che esalta il valore dell’umiltà .
“La preghiera nel Tempio“
Andare al Tempio; presentarsi davanti all’Eucaristia, è sempre una dono, ma che deve essere vissuto bene. L’Eucaristia, è presenza reale di Gesù. Lui non è una statua, ma è una Persona viva. Quando ci presentiamo davanti a Lui, dopo il saluto e il ringraziamento, per la possibilità che ci offre di incontrarlo, è importante fare in modo che la preghiera diventi un dialogo, dove si ascolta e si parla come deve essere fatto quando incontriamo una Persona qualsiasi. Se poi si tratta di una persona importante, allora il dialogo deve assumere una particolare attenzione, e cioè, fare in modo di ascoltare molto e parlare poco. Gesù ha molte cose da dirci.
Lo spazio di tempo che abbiamo a disposizione, non deve essere occupato solo dai problemi che ci affliggono. Cosi pure facciamo anche attenzione a non vivere i momenti di Preghiera, ricolmandoli di semplici formule da recitare. Il Rosario non è una formula, ma sequenza di Ave Maria e di Misteri da meditare. La devozione ai Santi è bene che ci sia, ma con Gesù dobbiamo vivere una vera relazione!
Maria ci aiuti a parlare con Gesù come lei, mamma, parlava ogni giorno a Lui.
Commento al Vangelo di Luca 18,1

“UN GIORNO GESU’ DISSE AI SUOI DISCEPOLI UNA PARABOLA SULLA NECESSITA’ DI PREGARE
SEMPRE SENZA STANCARSI MAI” (Luca 18,1)
Â
L’obbedienza è una virtù importante per il cammino che stiamo facendo. La presunzione di saper fare tutto da soli, è sempre pericolosa. Allora lasciamoci guidare da persone che hanno santità , saggezza e esperienza. Per noi Cristiani, la guida sicura è Gesù, è Lui il vero maestro, capace di condurci alla piena realizzazione della vita. Uno degli insegnamenti che oggi ci offre, è di “Pregare sempre, senza stancarsi mai”. Viene però spontanea la domanda: Come facciamo a pregare sempre, con tutto quello che comporta la vita quotidiana? Se Gesù lo dice, vuol dire che la cosa è possibile.Bisogna trovare il modo giusto affinché “tutto diventi preghiera”.
- Vivere in Grazia di Dio
Pregare non vuol dire recitare tante formule litaniche e devozionali; anche perché diventa impossibile quando abbiamo da fare tante cose. Mentre, è cosa buona, iniziare il lavoro con l’offerta al Signore della giornata. Deve poi seguire un lavoro svolto con onestà e con competenza, Tutto questo è già una preghiera, ma a condizione che si viva in Grazia di Dio. Condurre la giornata con l’anima macchiata dal peccato, priva di ogni valore spirituale le nostre azioni. Grave sarebbe anche perdere del tempo in cose inutili, in forme ricreative che non sono giustificate; peggio ancora, se si trattasse di cose che diventano occasione di peccato.
- Un passo ulteriore
Oltre alla fedeltà quotidiana, onestamente dobbiamo vivere sempre in Grazia di Dio; una grazia da chiedere allo Spirito Santo, è di riuscire a mantenere nel corso della giornata, la comunione con Gesù. La presenza di Gesù non disturba, non ostacola la dovuta attenzione al lavoro che si sta facendo. Praticamente è un agire con una serenità spirituale, che allo stesso tempo rende feconda ogni azione che si compie. E’ così che la giornata diventa una preghiera semplice e continua.
- La forza dell’Amore per Gesù
Quando si vuol bene a una persona, quando si apprezza questa persona anche per tutte le sue capacità e virtù particolari che manifesta, facilmente rimane sempre nel cuore. Questa persona è Gesù! Lui è un Tesoro nascosto. Ogni valore, ogni bellezza, ogni capacità e virtù, tutte le troviamo in Lui, vero Dio e vero uomo.
Se abbiamo grazia di stabilire con Lui una sincera relazione, allora il tempo scorre velocemente e l’amore per Lui ricolma la giornata. Certamente sono grazie da chiedere per arrivare a fare quello che Gesù dice e cioè di “Pregare sempre, senza interruzione”. Se, grazie al Signore e alla nostra buona volontà tutto questo si realizza, si arriva a dire anche che non basta una giornata intera per esprimere tutto quello che vorremmo dire e fare per la Persona amata.
- L’Adorazione Eucaristica
Gesù ha voluto restare sempre con noi e in termini molto concreti. La Santa Eucaristia, in diverse Chiese, è sempre solennemente esposta. Se abbiamo fede in questa presenza reale di Gesù, dovremmo trovare del tempo per l’Adorazione della Santa Eucaristia. Questa è la strada giusta per arrivare a pregare senza interruzione, con efficacia e con tanta gioia nel cuore.
Maria ci aiuti a dedicare tutto il tempo possibile all’Adorazione Eucaristica.
Commento al Vangelo di Luca 17,15

“UNO DI LORO, VEDENDOSI GUARITO, TORNO’ INDIETRO LODANDO DIO A GRAN VOCE,” Â (Luca 17,15)
Nella missione in Palestina, Gesù ha fatto dono a tutti della sua Parola, del suo Amore, di preziose verità , ma anche di miracoli.
Tutti hanno ricevuto volentieri il dono, ma non tutti sono stati altrettanto solleciti nel ringraziare per i bene ricevuto. Così è avvenuto per il miracolo che Gesù ha compiuto su dieci lebbrosi. Tutti sono stati miracolosamente guariti, ma soltanto uno “Tornò indietro, lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo, era un Samaritano”. Giustamente, Gesù ha fatto osservare: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? (v.17). È davvero una vergogna essere guariti dalla lebbra e non avere un minimo di riconoscenza verso la persona che ha concesso un tale dono.
- “Era un Samaritano“
Non viene detto nel Vangelo chi erano i lebbrosi guariti, ma viene fatto però notare, che l’unico ad essere riconoscente fu un Samaritano. A quel tempo, i Samaritani erano considerati dei peccatori. È significativo il fatto che questa persona considerata lontana da Dio, abbia avuto un comportamento migliore di chi avrebbe dovuto invece precederlo. Come prima cosa questo fatto è per tutti un richiamo a non giudicare le persone “come dei peccatori”. Soltanto il Signore conosce l’intimo e la storia di queste persone. Come Cristiani dobbiamo stare attenti a non essere così facili nel giudicare persone o comportamenti che vediamo…
- Devozione o Relazione?
Il fatto dei nove lebbrosi che non hanno sentito il dovere di rendere grazie a Gesù, fa pensare a certe persone che non vivono una vera religiosità . Serpeggia infatti il fatto che per essere religiosi basti una fedeltà alle preghiere che ogni giorno si dicono, evitare il peccato e fare del bene. Queste sono cose buone, ma quello che Gesù vuole è una vera, sincera, perseverante comunione con Lui.
È facile avere una forma di devozione, per Gesù,fatta di parole, di novene; il pericolo è di avere solo una formale attenzione alla persona di Gesù. Gesù chiede l’ascolto, il dialogo, e soprattutto l’intimità con Lui. Si tratta di passare da una forma di “devozione” ad una vera “relazione” con Gesù. Possono sembrare due parole di poco conto, che invececambiano completamente il modo di vivere la nostra fede. È per tutti un cammino difficile da compiere, ma tanto necessario.
- Riconoscenza
Un bambino, quanto bene riceve dalla sua mamma? Quante cure e attenzioni nei primi mesi di vita e così fino a portarlo alla sua maturità umana? Tutto questo dovrebbe portarlo ad avere per la mamma una grande riconoscenza. Molte volte, purtroppo, arrivato all’età giovanile anziché dire grazie, avanza pretese. Questo avviene molte volte nei confronti di Gesù. Sappiamo quando ha fatto dal momento della Incarnazione, fino al giorno in cui ha steso le braccia sulla Croce. La sua opera di salvezza continua nella sua Chiesa e lo sarà fino alla fine del mondo.Tutto questo dovrebbe suscitare una grande e perseverante riconoscenza.
Che Maria ci aiuti a dire grazie a Gesù, non con semplici parole, ma con la vita.
Sante Attinia e Greciniana Vergini – 16 Giugno

Martirologio Romano
MORTE: 303 d.C.
Il Ministero
«… in Volterra erano in quell’epoca due vergini, le quali servivano sempre Dio…dicevano con intrepidezza di essere cristiane…l’una aveva nome Attinia e l’altra Greciniana». Inizia così il racconto di Lodovico Falconcini, un illustre volterrano che narra di due donne che in uno dei momenti più funesti per la fede cristiana decisero di continuare a servire Dio, e rifiutando una vita dedita ai rituali pagani, affrontarono la morte.
Due splendide figure, donne e laiche, che trovarono la morte per la fede durante la persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano nel 303.
Originarie del territorio di Casole d’Elsa, in diocesi di Volterra, la tradizione religiosa le vuole sorelle coraggiose e fedeli nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo nella città etrusca, allora sottomessa al dominio romano.
Dopo il martirio subìto, secondo la tradizione, con lancia e spada, le loro spoglie furono sepolte sulle pendici del monte volterrano, nei pressi della voragine delle Balze. Dopo un oblio di diversi secoli, nel 1140 i loro corpi furono ritrovati, durante uno scavo, dai Monaci Camaldolesi della Badia di San Giusto che era sorta, appunto, in quei paraggi. Una memoria in marmo ed una lamina in piombo identificava i resti mortali delle due Sante che furono immediatamente traslati sotto l’Altare Maggiore della Badia.
Nel 1814 poi, quando i Monaci Camaldolesi stavano per abbandonare la Badia, le reliquie delle Sante furono solennemente traslate in Cattedrale, dove ancor oggi riposano.
Dal ritrovamento dei corpi fino ai nostri giorni, il culto di Attinia e Greciniana è andato rafforzandosi ed identificandosi attraverso i secoli, grazie anche all’esecuzione di pregevoli opere d’arte, pitture e sculture, che le raffigurano e che si devono sia a celebri maestri di fama come il Ghirlandaio e Cosimo Daddi, sia ad artisti locali.