Commento al Vangelo di Luca 10,39
“MARIA, SEDUTA AI PIEDI DEL SIGNORE, ASCOLTAVA LA SUA PAROLA” (Luca 10,39)

In questa vita, abbiamo la grazia di avere Gesù come maestro e persona di riferimento per le tante necessità del nostro cammino. Coscienti dei nostri tanti limiti, è importante per il nostro cammino spirituale, leggere e meditare la Parola di Dio. Questo è quello che Maria ha fatto quando sua sorella Marta ebbe la felice idea di invitare Gesù in casa. Era certamente una grande grazia poter parlare con un Maestro così importante. Maria, non ha perso tempo e subito “si è seduta ai suoi piedi per ascoltarlo”. Marta, invece, desiderosa di preparare un buon pranzo, si è messa al lavoro. Rimase male quando vide Maria che aveva fatto una scelta diversa, allora disse a Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti?” (v.40). Gesù risposecon una osservazione molto importante: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola cosa c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (vv. 41-42). Marta non si aspettava una risposta così ferma e decisiva.
- E’ una questione di fede
Molti ragionamenti si possono fare sulla opportunità o meno delle scelte che facciamo, ma quando si tratta della persona di Gesù, se abbiamo fede, ogni dubbio cade per la preziosità di quello che Lui E’. Gesù è Dio! Se veramente credo nel suo essere “Verbo Incarnato“; seconda persona della Santissima Trinità; se credo che Lui è il Salvatore, lungamente annunciato dai Profeti; la Persona, che con la sua Passione, morte e Risurrezione, ha redento l’umanità; il prezioso dono che oggi si offre a noi come cibo nella Santa Eucaristia; il Buon Pastore che cammina davanti al suo gregge; Colui che ci vuole uniti a sé, come il tralcio alla vite. Se abbiamo coscienza che per noi ha un Amore pari a quello che il Padre ha per Lui, allora tutto cambia; quindi, non si tratta di fare scelte su quello che si deve fare, ma una sola è la risposta: mettersi ai suoi piedi in ascolto della sua Parola.
- E’ la difficoltà di sempre
È facile pensare alla virtù dell’umiltà, desiderare di averla, ma ciò che conta è essere veramente umili. La persona umile è cosciente dei propri limiti e delle sue fragilità, e proprio per questo, non esita nell’accettare tutto ciò che comporta la Parola di Dio. La persona umile non si ferma a quello che può capire o meno della Parola. La persona umile, si immerge nella Parola, ciecamente crede alla Parola e lascia ogni disquisizione a coloro che sono convinti di essere più intelligenti di Gesù. Marta, oggi è una Santa; questo vuol dire che un giorno ha compreso quanto fosse importante ascoltare Gesù. Anche lei è riuscita a mettere in pratica quello che esige l’umiltà, e cioè accogliere con piena fiducia, senza ritardi e senza alcuna esitazione, quello che la Parola di Dio ci fa conoscere. Questa deve essere anche la nostra risposta, ogni volta che Gesù vuole parlarci e aiutarci a vivere, a mettere in pratica il nuovo comandamento, che Lui ci ha raccomandato. Un grande esempio noi l’abbiamo in Maria, quando davanti al grande mistero della Incarnazione del Verbo nel suo grembo disse: “Ecco l’ancella del Signore: avvenga di me, secondo la tua Parola” (Lc.1,38).
Memorie dei Santi del mese di Giugno
- 1 Giugno
- 2 Giugno
- 3 Giugno
- 4 Giugno
- 5 Giugno
- 6 Giugno
- 7 Giugno
- 8 Giugno BEATO FRANCESCO PATRIZI SACERDOTE
- 9 Giugno BEATA ANNA MARIA TAIGI
- 10 Giugno BEATO GIOVANNI DOMINICI VESCOVO
- 11 Giugno
- 12 Giugno
- 13 Giugno
- 14 Giugno
- 15 Giugno
- 16 Giugno
- 17 Giugno
- 18 Giugno BEATO PIERO GAMBACORTA
- 19 Giugno
- 20 Giugno -BEATO ANDREA GALLERANI LAICO
- 21 Giugno
- 22 Giugno
- 23 Giugno
- 24 Giugno
- 25 Giugno
- 26 Giugno
- 27 Giugno
- 28 Giugno
- 29 Giugno
- 30 Giugno
Beato Paolo Burali Vescovo – 17 giugno

17 Giugno
Beato Paolo Burali d’ Arezzo – Vescovo –
Martirologio Romano
NATO: 1511, Itri, Gaeta
MORTO: 17 giugno 1578, Torre del Greco, Napoli
A Napoli, beato Paolo Burali, dell’Ordine dei Chierici regolari Teatini, vescovo prima di Piacenza e poi di Napoli, che si adoperò nel rinnovamento della disciplina della Chiesa e a fortificare nella fede il gregge a lui affidato.
Il Ministero
Per dedicarsi totalmente alla vita spirituale, abbandonò prima la carriera forense condotta con integrità e rettitudine e poi le mansioni di magistrato reale.
Sotto la direzione spirituale del beato Giovanni Marinonio, il 25 gennaio 1557 entrò fra i Chierici regolari (detti Teatini), assumendo il nome di Paolo; fu compagno di noviziato di sant’Andrea Avellino; nel 1558 divenne sacerdote e in seguito fu superiore a Napoli e a Roma.
Per incarico della Città di Napoli e della Santa Sede, assolse una delicata missione diplomatica presso Filippo II di Spagna. Il 23 luglio 1568 san Pio V lo costrinse ad accettare l’episcopato di Piacenza, ove in ogni aspetto della vita religiosa e sociale promosse indefessamente le riforme del Concilio di Trento e favorì la vita religiosa; san Pio V lo creò cardinale il 1° maggio 1570.
Godette della stima e amicizia di san Carlo Borromeo e nel conclave del 1572 fu uno dei papabili, ma non risultò eletto a causa della sua condotta estremamente austera.
Gregorio XIII nel 1576 lo promosse arcivescovo di Napoli.
Come era sempre vissuto, poveramente morì presso Torre del Greco il 17 giugno 1578, consumato dalle fatiche apostoliche.
Fu beatificato da Clemente XIV nel 1772; il suo corpo è venerato nella chiesa di san Paolo Maggiore a Napoli.
Commento al Vangelo di Luca 10,36
CHI DI QUESTI TRE TI SEMBRA SIA STATO PROSSIMO DI COLUI CHE E’CADUTO NELLE MANI DEI BRIGANTI ?” (Luca 10,36)

Gesù, il nostro vero maestro, ci fa crescere nella conoscenza della verità con immagini e con esempi sempre molto efficaci. Così è stato quando ha risposto a un dottore della Legge che gli aveva chiesto:“Chi è il mio prossimo?” Gesù ha risposto con un esempio molto concreto e cioè ha messo in evidenza l’indifferenza dimostrata prima, da parte di un Sacerdote, poi da un Levita, verso un ferito e abbandonato sulla strada. Certamente queste persone avevano fretta e avevano tante cose da fare, per cui non potevano fermarsi per dare aiuto a quell’uomo che era caduto nelle mani dei briganti. Molto diverso, invece, fu il comportamento di un Samaritano (considerati a quei tempi dei peccatori). “Lui ebbe compassione, gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versando olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui…tirò fuori due denari e li diede all’albergatore dicendo: abbi cura di lui, ciò che spenderai in più te lo pagherò al mio ritorno” (vv.33-35). Detto questo venne spontanea la domanda: “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti? (v.36). La risposta era ormai scontata. Gesù ha concluso in termini moto concreti: “Va, e anche tu fa così” (v.37). I discorsi servono a poco.
- Vita come servizio
Come Cristiani dobbiamo avere il coraggio di contestare, non con le parole, ma con fatti concreti, la mentalità di questo mondo, che mette al primo posto i propri interessi e tutto ciò che gli fa comodo. La storia si ripete, ma l’insegnamento di Gesù non cambia. Ogni persona ha dei doveri da compiere, ma non tutti i compiti hanno la stessa importanza. Quello che dovremmo fare è privilegiare ciò che è di aiuto al prossimo; questa è la carità. Non a tutti il Signore chiede comportamenti e scelte di vita che raggiungono l’eroismo, ma a tutti raccomanda di mettere in pratica il comandamento nuovo: “Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv.13,34). L’esempio di Gesù è per tutti evidente; la sua vita è sempre stata un dono concreto e un servizio umile fino ad arrivare a lavare i piedi ai suoi Apostoli, concludendo con le parole: “Vi ho dato un esempio, infatti, perchè anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv.13,14). Gesù ci esorta a vivere la nostra vita come un servizio al prossimo, anche quando questo comporta sacrifici e umiliazioni.
- E’ più gioia nel donare che nel ricevere
Quando si fa il possibile per essere di aiuto a persone che sono in difficoltà, il sacrificio che a volte può comportare questo aiuto, si trasforma in un gioia. Questa non è una teoria, ma una constatazione di fatto, che penso un pò tutti, qualche volta, abbiamo sperimentato. Non così è per coloro che egoisticamente si chiudono nei loro beni. Il Ripiegamento sui propri interessi, aumenta la loro ricchezza, ma riduce sempre di più la loro serenità. La persona ricca, non è mai contenta di quello che ha e vive sempre nel timore di essere derubato, L’egoismo porta il ricco non solo a negare l’aiuto al prossimo, ma lo rende sempre insensibile alle bellezze del creato e alla gioia che si sperimenta quando si vive la vita come dono.
Maria ci aiuti a mettere in pratica un principio cristiano: “vivere lasciando”.
Commento al Vangelo di Luca 10,2
“LA MESSE E’ ABBONDANTE, MA POCHI SONO GLI OPERAI ! PREGATE DUNQUE IL SIGNORE DELLA MESSE, PERCHE’ MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE!” (Luca 10,2)

Durante la missione che Gesù ha vissuto qui sulla terra, molte sono state le persone alle quali ha fatto dono della sua Parola, del suo Amore e in molti casi anche della guarigione del corpo. Lui stesso ha compreso però che molti altri avrebbero potuto essere aiutati, ma non è stato possibile. Un giorno disse ai sui discepoli. “La messe è abbondante, ma pochi sono gli operai! Pregate dunque il padrone della messe, perchè mandi operai per la sua messe”. Oggi la situazione non è migliorata; ci sono ancora persone con un cuore buono e disponibili ad accogliere la Parola di Gesù, ma “Mancano gli operai”.
- “Pregate“
La prima cosa che Gesù chiede, per avere operai che lavorino nella messe, è la preghiera. Non serve fare calcoli o statistiche umane, importante è dare spazio alla preghiera. Ogni Cristiano, dovrebbe sentire la necessità di collaborare, perchè il dono della Parola di Dio possa essere offerto all’intera umanità . E’ un compito di tutti essere preoccupati, perche vi siano ancora Vocazioni al Sacerdozio, alla vita Consacrata, ma anche per laici ben preparati ad annunciare il Vangelo. Per questa missione, la preghiera ha un ruolo importante, però che non sia fatta con formule recitate, ma una preghiera vissuta in un clima di vera intimità con Gesù.
- Una strada aperta
La strada che siamo esortati a percorrere, è di essere dei collaboratori all’opera di Dio, per la diffusione del suo Regno. Questo compito facilmente si pensa che debba essere di coloro che fanno scelte particolari. Gesù dice che ogni persona che ha ricevuto il Battesimo, fa parte di un’unica famiglia della quale Gesù è il capo, questa è la Chiesa. In una famiglia certamente ogni membro ha il suo compito, ma perchè le cose riescano bene, ogni singolo componente deve dare il suo contributo con generosità e competenza. E’ questa la collaborazione che tutti dobbiamo dare.
- Tutto può diventare preghiera
Conosciamo bene i vari modi con cuoi possiamo vivere la preghiera, ma come disse un giorno Gesù alla Samaritana: “Viene l’ora in cui, nè su questo monte, nè in Gerusalemme adorerete il Padre… I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità” (Gv.4,21-22). Questo vuol dire che la Presenza di Dio non è localizzata in qualche posto o esprimibile solo in qualche formula. La realtà di Dio è universale, per cui tutto può essere preghiera e tutto può diventare preghiera.
- L’Adorazione Eucaristica
E’ una gioia prendere atto che tutto quello che facciamo può essere preghiera e allo stesso tempo in ogni luogo possiamo pregare. Ma Gesù offre a noi la possibilità di incontrarlo e di dialogare con Lui in un modo particolare. Una di queste modalità, Gesù l’ha concessa a noi con l’Istituzione della Santa Eucaristia.
La Presenza di Gesù nella Santa Eucaristia è un miracolo vivente! Avviene allora che stare raccolti e con fede davanti a questo miracolo, rende la preghiera molto efficace. L’Adorazione di Gesù presente nella Santa Eucaristia, diventa una missione, nel senso che noi attingiamo da quella preziosa Sorgente luce e Grazia, che poi passa per “osmoso” a tanti fratelli e sorelle lontani e bisognosi della Grazia.
Mettiamoci alla Presenza di Gesù e con Maria viviamo la nostra Adorazione.
Sant’Ubaldesca Taccini – 28 Maggio

28 Maggio
Sant’Ubaldesca Taccini, Vergine – Pisa – Memoria
Martirologio Romano
NATA: Calcinaia (Pisa), 1136
MORTA: Pisa, 28 maggio 1206
A Pisa, santa Ubaldesca, vergine, dall’età di sedici anni fino alla morte, per cinquantacinque anni, svolse con perseveranza in un ospizio opere di misericordia.
Il Ministero
Figlia unica di genitori di umile condizione, seppe fin da giovane mostrarsi umile e devota nei confronti dei genitori e di Gesù: solerte nella pratica della preghiera, accompagnata spesso dal digiuno, si distinse soprattutto per la carità esercitata verso i poveri.
Ancora adolescente sentì la chiamata del Signore ad entrare nell’ordine di san Giovanni. Tale ordine era stato istituito pochi anni prima, nel 1099, a Gerusalemme presso la chiesa di san Giovanni Battista sotto la regola di sant’Agostino. All’età di 15 anni lasciò Calcinaia per la città di Pisa, fermandosi nella Chiesa di san Sepolcro, appena edificata in quegli anni. Per tutti i 55 anni di vita religiosa, praticò nel monastero e nello spedale della città l’umiltà e la carità, mortificando di continuo il suo corpo con digiuni intensi e prolungati.
La santa pisana operò miracoli già in vita e, dopo la morte avvenuta il 28 maggio 1206 festa della Santissima Trinità, si moltiplicarono le guarigioni straordinarie legate al suo nome.
È venerata come santa nel contado pisano, nell’arcipelago maltese e dai membri dell’Ordine di Malta.
Santi Cristoforo Magallanes e compagni Martiri – 21 maggio

21 Maggio
Santi Cristoforo Magallanes Sacerdote
e Compagni Martiri
Martirologio Romano
NATO: Totatiche, 30 luglio 1869
MORTO: Colotlán, 25 maggio 1927
Presbitero messicano. Venne ucciso assieme a 24 compagni durante le persecuzioni anticattoliche nella sua nazione. Proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 2000.
Il Ministero
I primi anni del XX secolo furono anni difficili per la Chiesa messicana. Il 31 luglio 1926, per la prima volta dopo 400 anni, venne sospeso il culto pubblico in tutte le chiese del Paese. Siamo di fronte a una vera e propria persecuzione. Furono centinaia i preti uccisi, parroci di villaggi, seminaristi, monaci. Ai sacerdoti che lasciavano in vita, venivano tagliate le braccia, per impedire che potessero celebrare la Messa
Il “movimiento cristero”
È conosciuta con questo nome la guerra civile che scoppia in questi anni: a portarla avanti sono i fedeli che vogliono difendere ad ogni costo la propria libertà religiosa, cercando più volte, l’appoggio dei loro pastori.
Il martirio con 24 compagni
Quando si diffonde il “movimiento cristero”, Cristobal non aderisce. Respinge categoricamente l’uso della violenza, ricordando come né Gesù né gli Apostoli vi abbiano mai fatto ricorso. L’unica arma della Chiesa è la Parola di Dio: Cristobal ne è convinto e lo scrive anche in un articolo sul giornale. Ma non abbandona la sua gente. Per questo all’alba del 21 maggio 1927 viene arrestato e accusato di sostenere la ribellione; in realtà, viene condannato a morte per il solo fatto di essere un sacerdote e viene fucilato a Colotlán, assieme a 24 compagni.
Beata Vergina Maria aiuto dei Cristiani – 24 Maggio

24 Maggio
BEATA VERGINE MARIA, AIUTO DEI CRISTIANI
Maria è la “Madre della Chiesa”; Ausiliatrice del popolo cristiano nella sua continua lotta per la diffusione del Regno di Dio. ‘Aiuto dei Cristiani’, è il bel titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie a lei dedicate dette anche Lauretane perché recitate inizialmente a Loreto.
Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia.
E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei fummo affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce.
Il titolo Maria Ausiliatrice, si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana.
Il culto, pur continuando nei secoli successivi, ebbe degli alti e bassi finché nell’Ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario con il beato Bartolo Longo a Pompei e per la Madonna Ausiliatrice con S. Giovanni Bosco a Torino.
Nella città di Torino si venerava la Vergine, sotto il titolo di «Aiuto dei cristiani» nella chiesa di San Francesco da Paola, dove era stata istituita una compagnia di devoti ed esiste tuttora un altare a lei dedicato. San Giovanni Bosco riprese questa devozione e le diede grande diffusione; costruì la basilica in onore di Maria Ausiliatrice, affidando alla Vergine il patrocinio di tutte le sue opere. Egli intendeva soprattutto ricordare gli interventi di Maria in momenti difficili della storia della Chiesa.
S. Teofilo da Corte – 19 maggio

19 Maggio
S. Teofilo da Corte, Sacerdote
Martirologio Romano
NATO: Biagio de Signori nacque a Corte in Corsica il 30 ottobre 1676.
MORTO: 19 maggio 1740.
A Fucecchio in Toscana. San Teofilo da Corte, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, promosse l’organizzazione di ritiri per i Frati e mostrò grande devozione alla passione di Gesù e alla Vergine Maria.
Il Ministero
Fino ai 17 anni visse tra casa, scuola e chiesa.
Entrò alla stessa età tra i Cappuccini e poi passò ai Frati Minori Osservanti, tra i quali rimase prendendo il nome di Teofilo. Studiò filosofia a Roma e teologia nel convento di Santa Maria La Nova di Campagna, nei pressi di Salerno dove prese i voti.
Sul piano pastorale, si distinse per una predicazione definita ‘all’apostolica’, cioè senza aver scritto prima il sermone, spontanea, priva di ricercatezza retorica. Molto ascoltato e persuasivo nel suo dire, Teofilo da Corte percorse senza sosta quasi tutti i paesi della Sabina e della zona di Subiaco, per portare la parola di Dio.
Alla predicazione preferiva, però, la confessione, cui venne abilitato dal 1714, non solo per i religiosi, ma anche per i laici. A Fucecchio trascorse gli ultimi anni della sua intensa e laboriosa vita ove la morte sopraggiunse dopo una brevissima malattia.
La fama della sua santità e i numerosi pellegrinaggi alla sua tomba spinsero al punto che il primo dei processi canonici per la sua beatificazione, si ebbe già nel 1750.
Visitazione della Beata Vergine Maria – 31 maggio

31 Maggio
Visitazione della Beata Vergine Maria
La Visitazione della Beata Vergine Maria è una festa liturgica della Chiesa cattolica che si celebra il 31 maggio nel calendario liturgico del rito romano. La festa ricorda la visita che Maria Vergine fece alla sua parente Elisabetta dopo avere ricevuto l’annuncio (Annunciazione) che sarebbe diventata madre di Gesù per opera dello Spirito Santo. In questa veste, Maria è chiamata Madonna della Visitazione ovvero Maria Santissima della Visitazione.
Giunta alla casa di Elisabetta, Maria fu la prima a porgere il saluto alla cugina, ed apportò in quella casa grazie straordinarie: S. Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale, Zaccaria riebbe la parola, S. Elisabetta ricevette l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo ed alla vista della Vergine esclamò: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Maria, in risposta, pronunciò lo stupendo cantico del Magnificat, la più degna lode che Dio ricevesse dalla bocca della sua santa Madre, e che la Chiesa fa recitare ogni giorno ai sacerdoti nell’Ufficio divino.
Con questo cantico Maria loda Iddio di averla arricchita di tali privilegi; predice la sua gloria nell’avvenire: profetizza che il Salvatore del mondo umilierà i superbi ed esalterà gli umili e spanderà la sua misericordia in tutti i secoli fino alla fine del mondo.
Secondo il S. Vangelo, Maria si trattenne per tre mesi nella casa di S. Elisabetta. In questo tempo Ella prestò alla cugina tutti i più umili servizi, con una bontà che solo la madre di Dio poteva avere.
Come fu ripiena di grazia la famiglia di Elisabetta alla visita di Maria, così può chiamarsi beata l’anima devota di Maria. Maria non solo protegge i suoi devoti, ma, come dice un santo, li serve. Dove vi è l’amore a Maria vi è ogni bene, perchè Ella porta con sé Gesù, vera pace dell’anima.