Meditando Matteo 22,1-3
“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE A UN RE, CHE
FECE UN BANCHETTO PER SUO FIGLIO. EGLI
MANDO’ I SUOI SERVI A CHIAMARE GLI INVITATI
ALLE NOZZE, MA QUESTI NON VOLLERO VENIRE”
(Matteo 22,1-3)

Di quante cose belle e importanti Gesù ci ha fatto dono. La sua stessa Parola è sempre e per tutti carica di insegnamenti che ci aiutano a vivere da veri cristiani. Più volte Gesù, ha parlato anche con parabole molto significative. Così è stato, quando ha detto che il regno dei cieli è simile a un banchetto di nozze. Si tratta quindi di una festa piena di gioia, di allegria per un evento unico e tanto atteso dagli sposi.
- Ecco che cosa ci attende
Gesù con la parabola del “regno dei cieli”, ha messo in evidenza il valore e la ricchezza di ciò che ci attende nella vita eterna. Egli ha parlato di un matrimonio particolare, sono le nozze non di una persona qualsiasi, ma del figlio di un re, ossia del principe ereditario. A lui viene preparato un banchetto e una festa al massimo delle attenzioni e di una suntuosità unica in tutti i sensi.
La parabola, non parla degli sposi e neppure della celebrazione che vien fatta, ma della solennità della festa che il re intende fare. Una festa in cui non deve mancare nulla. Per quelle nozze tutto viene preparato con la massima attenzione e abbondanza.
Questo banchetto raffigura ciò che Dio Padre, intende preparare per noi suoi figli. Questa è una similitudine di ciò che vedremo davanti a noi, appena varcata la soglia della morte. Tutto quello che umanamente si può desiderare; tutto ciò che nell’intimo una persona può essere utile; tutto ciò che è necessario per la realizzazione della propria vita, ecco Dio lo concede e lo offre a noi in quel “banchetto nuziale” che ci attende e al quale tutti siamo invitati.
- Un triste rifiuto
La parabola mette in evidenza il sincero invito che il re ha rivolto a persone, certamente di molto riguardo. Il re infatti, personalmente mandò i suoi servi a chiamare questi invitati al banchetto nuziale, ma questi non hanno accetta l’invito. Come mai, perché questo rifiuto?
Era un atto di stima verso questi invitati e poi invitati non a un semplice incontro fra amici, ma per una grande festa; un’occasione unica. L’amarezza del re fu grande, ma il suo Amore non venne meno per cui “Mandò di nuovo altri servi” facendo sapere che tutto era già pronto, per cui non si poteva aspettare più di tanto. La risposta ancora una volta fu negativa, anzi i servi vennero insultati e anche uccisi. “Allora il re si indignò” e gli invitati furono “uccisi e diede alle fiamme le loro città” (v.7). Il rifiuto, se pur motivato da vari problemi umani, meritò un severo castigo.
Tutto questo, è confermato dalla storia che tutti conosciamo: Quanti Profeti furono maltrattati e uccisi; quanti martiri la storia ha registrato e anche ai tempi nostri, molti sono i fedeli che sono perseguitati. Facciamo quindi attenzione, perché con Dio non si scherza e approfittarsi della sua bontà, rifiutare i doni che con tanto Amore ci offre, può causarci un giorno severe condanne.
- Un invito rivolto ai poveri
Quello che Dio vuole lo compie! La triste e mancata risposta all’invito al banchetto nuziale del figlio del re, da parte di certi invitati, non ha fatto fallire la festa. Il re, di sua iniziativa allora ha ordinato ai suoi servi: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (v,9). Auguriamoci anche noi, persone povere e molto limiate, di essere fra coloro che pur non essendo considerati fra le persone di rilievo, poter un giorno partecipare alla grande festa del cielo. Questo avverrà se noi con umiltà ci presentiamo a Gesù cosi come siamo. Quello che ci permetterà di partecipare al grande banchetto nuziale, è oggi un atto di fede in ciò che ci attende. Tutto dipende dalla fiducia o meno che noi dimostriamo oggi in ciò che sarà domani. Dobbiamo avere il coraggio di non fermare la nostra mente alle cose della terra, ma essere persone che con forte determinazione accolgono la Parola di Gesù che ci chiama a considerare attentamente, senza esitazioni e ritardi, tutto ciò che riguarda la vita dopo la morte. Gesù stesso, oggi, ci fa pregustare con la sua presenza nella Santa Eucaristia, ciò che ci attende. Fiducia e obbedienza, dobbiamo avere, per essere pronti ad accogliere, con l’abito nuziale, e cioè in grazia di Dio, l’invito che ci viene rivolto.Che Maria ci conceda la forza di lasciare tutto ciò che ci impedisce di far parte alle nozze del Re.
Meditando Matteo 21,42
“LA PIETRA CHE I COSTRUTTORI HANNO SCARTATO
E’ DIVENTATA LA PIETRA D’ANGOLO” (Matteo 21,42)

La storia che abbiamo alle spalle, è una conferma di tante situazioni e di scelte di vita che non sempre sono state fatte bene. Quello che a noi Cristiani deve far riflettere, è ciò che è avvenuto nella vita dei Profeti, dei Santi, ma soprattutto ciò che c’è stato nella vita di Gesù.
E’ davvero un peccato non prendere coscienza di certi valori che ci sono stati offerti nel corso della vita. Fra questi emerge, quello che viene chiamato il “Tesoro nascosto”, e cioè tutto ciò che riguarda la vita di Gesù “Verbo Incarnato”. Non conviene piangere sulle cose fatte male, giova invece prendere coscienza di ciò che, con tanto Amore, ci è stato donato e che ancora non abbiamo conosciuto e compreso pienamente.
E’ vero che siamo poveri e limitati, ma è pur vero, che qualche possibilità di conoscere il vero “Tesoro” l’abbiamo ancora; spetta a noi cercare la verità, superando quella falsa umiltà che ci fa sentire giustificati di fronte a una forma di pigrizia spirituale, che impedisce di vivere con orizzonti aperti.
- Una pietra d’angolo
La persona di Gesù è il prezioso dono che Dio Padre ha fatto all’umanità: “Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perchè noi avessimo la vita per mezzo di Lui” (v.1Gv 4,9). La preziosità di questo dono sta anche nel fatto che la potenza del Suo essere e del Suo agire, non si esaurisce nel tempo presente, ma è retroattiva e lo sarà fino alla fine del mondo. Basterebbe questa considerazione per avere un’idea di quanto sia importante e preziosa questa pietra d’angolo che è Gesù.
Per una maggiore comprensione, è utile e necessario dare uno sguardo a quello che è avvenuto negli anni che Gesù ha vissuto fra noi qui sulla terra: Già fa riflettere il fatto dei 30 anni vissuti a Nazareth; poi la predicazioni e grandi miracoli compiuti; misteriosa e mirabile è stata l’istituzione dell’Eucaristia e degli altri Sacramenti; noi viviamo nella Chiesa che Lui ha fondato e che Lui stesso presiede. E’ Lui, Risorto, che con la sua presenza garantisce il nostro cammino. E’ Lui che, su tutti coloro che lo seguono, infonde Linfa vitale e li nutre con il suo preziosissimo Corpo e Sangue; è Lui,che come buon Pastore ci guida e ci protegge dal maligno; è Lui che, da vero maestro continua a illuminare la nostra mente; è Lui che, sempre ha misericordia e perdona le nostre mancanze. Questo e tanti altri particolari, mettono in evidenza la preziosità della persona di Gesù, che purtroppo, uomini infedeli “Hanno scartato“
- Mai le forze degli inferi prevarranno
Quello che ieri e oggi gli uomini hanno cercato di distruggere, quella Pietra che hanno scartato, è diventata “Pietra d’angolo”. Ma la battaglia del bene contro il male è ancora in atto; la storia del passato e i segni evidenti del presente, confermano che quel drago dell’Apocalisse, pur essendo nelle condizioni di sicura vittoria su quella povera donna partoriente, alla fine è stato sconfitto e la donna miracolosamente salvata (vedi Apocalisse cap.13). Noi siamo ancora sotto le minacce del “drago” e non sappiamo quali siano ancora le sue pericolose aggressioni, ma una cosa è certa che quello che sembrava umanamente perso “E’ diventato testata d’angolo”. Mai quindi dovremmo perdere la speranza, anche se i tempi e i modi in cui avverrà la vittoria definitiva sul drago, non è da noi conosciuta.
- Una esortazione
Non basta essere certi che Gesù, è veramente la “pietra” fondamento, che garantisce la stabilità della nostra casa; quello che per ciascuno di noi è importante, è avere la volontà di mettere questa pietra veramente a fondamento della nostra vita; per fare questo, è bene mettere attenzione a quanto segue:
> Cercare di rispondere alla domanda che Gesù ha fatto un giorno ai suoi Apostoli: “Ma voi, chi dite
che io sia?” (Mt.16,15). Non è una cosa semplice rispondere a questa domanda, ma almeno
dobbiamo fare tutto il possibile per meditare sulla straordinaria bellezza della sua persona, che non è
soltanto umana, ma Divina, quindi con tutto il mistero di Grazia e di Amore che comporta.
> Gesù ha detto: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Questa
presenza, così vera e concreta, che noi abbiamo anche nella Santa Eucaristia, va vissuta in termini
molto reali e concreti. Non siamo soli nel cammino che stiamo facendo qui sulla terra, ma oltre alle
care persone a cui siamo spiritualmente uniti, è motivo di grande gioia, il fatto di avere Gesù che
cammina con noi e con noi vive i nostri momenti di gioia e di sofferenza, di riuscite e di sconfitte.
> Non perdiamo tempo giudicando coloro che hanno scartato quella Pietra, è importante invece
obbedire a quello che la Madonna di Fatima ha tanto raccomandato ai tre bambini e cioè di pregare
per la conversione dei peccatori. Ogni peccatore che si converte è un grande atto di lode al Signore.
- Dire le cose che dobbiamo fare è facile, metterle in pratica comporta sacrificio. Chiediamo a Maria un aiuto, perchè Gesù sia sempre la Pietra angolare della nostra vita.
Meditando Matteo 20,16
“COSI’ GLI ULTIMI SARANNO PRIMI,
E I PRIMI SARANNO ULTIMI” (Matteo 20,16)
La realtà del mondo in cui viviamo, non è sempre quella che dovrebbe essere. Molte sono le situazioni in cui vediamo forme di emarginazione che fanno tanto soffrire. Manca il rispetto delle persone. Con facilità quindi, si esprimono giudizi che non hanno fondamento. Certamente, ci sono persone che senza scrupolo portano avanti i loro interessi, senza considerare il male che possono causare ad altre persone. Si potrebbe quasi dire, che molte persone emarginate, soffrono la prepotenza di altre che si considerano meritevoli di occupare i primi posti nella società.
- “Gli ultimi saranno i primi“
Ci sono persone che non hanno avuto la possibilità, per motivi diversi, di accedere a particolari scuole di formazione, pur avendo talenti molto validi. A questa carenza culturale, subentra poi l’età avanzata per cui, ogni speranza di poter ricuperare un livello di vita migliore, praticamente svanisce. Ciò avviene in questo mondo, ma la vita che il Signore offre, può rifiorire a tutte le età e con eventi che possono anche capovolgere le graduatorie che il mondo stabilisce. Gesù dice, che “Gli ultimi saranno i primi”. Quello che succede nella storia, lo conosce solo il Signore; noi stessi però qualche volta vediamo persone che, emarginate dal mondo, alla fine raggiungono l’onore degli altari. Questo si realizza, quando le persone con umiltà e con fiducia, si mettono nelle mani di Dio, in attesa dell’incontro definitivo con Lui.
Noi siamo in cammino verso la pienezza della vita, verso il giorno in cui avremo la grazia di contemplare l’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa è la realtà del Paradiso!
Chi non crede a questa verità, ci darà ragione quando avrà varcato la soglia della morte; allora, però, sarà troppo tardi. Dio, nostro Creatore, valuta la vita ed ogni azione che noi compiamo con un criterio molto diverso del nostro, per cui quello che gli uomini molte volte considerano un valore, per Dio è solo una perdita di tempo. Dio Padre ci ha concesso il preziosissimo dono di avere Gesù, come Maestro di vita. E’ Lui che dobbiamo seguire, con umiltà e con una reale e perseverante obbedienza. Oggi Gesù ci esorta ad essere coscienti dei nostri limiti e delle nostre fragilità, pertanto ogni presunzione di voler fare da soli, è solo una perdita di tempo. Quello che Gesù maestro ci suggerisce, lo troviamo nei Vangeli e in generale in tutta la Sacra Scrittura. Vanno fatte però alcune importanti raccomandazioni a coloro che intendono camminare con Gesù:
- Non perdere tempo in vane discussioni, ma camminare con piena fiducia in Gesù.
- Compiere il proprio dovere con fermezza, decisione, competenza e tempestività.
- Accettare e portare la croce, non ripiegati sul proprio dolore, ma rivolti a Gesù crocifisso.
- Lasciare che sia il Signore a fare i conti; noi dobbiamo piena obbedienza alla sua Parola.
- Che la nostra preghiera sia “accogliere” e “ascoltare” Gesù; dopo dire le nostre cose.
Se abbiamo grazia di seguire questi suggerimenti, sperimenteremo tanta pace e tanto Amore.
- “ I primi saranno gli ultimi“
Esiste un idolo, che certe persone considerano come protezione e garanzia sicura per un buon cammino in questa vita. Un idolo favorevole per raggiungere i primi posti nella vita: è il denaro! Queste persone, sono convinte che con il denaro si possa raggiungere tutto quello che si vuole. Una tale convinzione però, non considera il fatto che, se un giorno si viene coinvolti in un grave incidente, oppure se per un semplice virus si cade in una malattie irreversibile, a che servono i conti in banca? Il denaro potrà servire per curarsi, ma non per evitare malattie che conducono alla morte. Quando poi i primi posti sono stati raggiunti con dei comportamenti disonesti, allora la fragilità di queste persone è ancora più grande, nonostante si sentano sostenuti e garantiti da potenze umane che ben conosciamo. Non dimentichiamo mai, che il bene è più forte del male. In apparenza, potrebbe sembrare il contrario, ma la storia ci conferma che solo la barca nella quale è presente Gesù, riesce a continuare la navigazione e arrivare al porto giusto, nonostante le continue tempeste e persecuzioni. E’ Gesù che garantisce la piena riuscita nella vita, senza di Lui anche le persone che occupano i primi posti, prima o poi, diventano ultimi.
Maria con la sua umiltà ha raggiunto veramente i primi posti. Imitiamo il suo mirabile esempio.
Meditando Matteo 18,35
“COSI’ ANCHE IL PADRE MIO CELESTE FARA’
CON VOI SE NON PERDONERETE DI CUORE,
CIASCUNO AL PROPRIO FRATELLO”
( Matteo 18,35)

Una delle grazie importanti che tutti dobbiamo chiedere a Gesù, è di riuscire a trovare sempre la forza di perdonare. Molte sono le ragioni che potremmo avere per negare il perdono a certe persone, ma Gesù stesso nella preghiera che ci ha insegnato ci fa dire: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt.6,12). Gesù sapeva che ci saremmo trovati molte volte in difficoltà nel concedere il perdono. Come Cristiani è importante pregare perché il Signore ci conceda la forza di perdonare anche di fronte a eventi per i quali avremmo il diritto di essere risarciti. Certamente prendiamo atto che riuscire a perdonare di cuore certe persone, a volte è un vero atto eroico.
- Il perdono ricevuto
E’ cosa buona fare memoria di quando noi abbiamo avuto bisogno di essere perdonati. In quel famoso giorno, abbiamo invocato la misericordia di Dio e ottenuto veramente il perdono dei nostri peccati. Quella è stata una grazia da non dimenticare. Ora, Gesù, nel Vangelo ci dice che come noi un giorno siamo stati perdonati, oggi noi dobbiamo avere la volontà e il coraggio di perdonare chi ci ha offeso. Gesù, in merito a questo, un giorno raccontò di un padrone che condonò a un suo servo, dopo che lo aveva supplicato ripetutamente, una grande somma di denaro. A sua volta, questo servo “Trovò uno dei suoi compagni che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava dicendo: Restituiscimi quello che devi” (v.28) Invano, il suo compagno, lo supplicava e lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò” (v.29), ma quel servo non lo perdonò, anzi “lo fece mettere in prigione fino a che non avesse pagato il debito” (v.30). Il fatto fu risaputo dal padrone, che si è meravigliato di quanto era successo e disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il tuo debito perché mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno?” (vv.32-33). Allora il servo ebbe un severo rimprovero e “Sdegnato, il padrone lo mise in mano agli aguzzini, finché avesse restituito tutto il dovuto” (v,34). Ecco ciò che avviene quando chiediamo il perdono dei nostri peccati, ma non siamo altrettanto capaci di concedere perdono a chi ci ha in qualche modo offeso.
- Un cammino da compiere
Siamo tutti in cammino su un terreno difficile e in salita. Non giova però lamentarsi tanto delle difficoltà che ogni giorno incontriamo. La persona saggia, cerca di pregare e di mantenere un buon equilibrio in tutte le situazioni, perché facilmente si pecca per eccesso o per difetto.
Non siamo così bravi da essere già arrivati a questi livelli, è vero, ma ci dobbiamo sentire sempre in cammino per migliorare i nostri comportamenti. Così deve essere anche per quanto riguarda il perdono. Dobbiamo avere pazienza anche con noi stessi, senza perdere il coraggio quando siamo fortemente provati in alcune situazioni. Tutto questo, esige però un aiuto dal cielo. Dice Gesù: “Senza di me non potete far niente” (Gv.15,5); giustamente Gesù si riferisce al tralcio che staccato dalle “Vite” non potrà mai portare il grappolo a maturazione.
In alcune situazioni particolari è davvero difficile, senza una grazia speciale, arrivare a perdonare di vero cuore una persona, oppure condonare un consistente debito. Contro ogni resistenza che possiamo trovare nel perdonare certe persone, per noi deve prevalere l’obbedienza alla parole di Dio che apertamente ci dice: Se non perdoneremo di cuore ciascuno al proprio fratello, non potremo avere noi stessi quella riconciliazione con Dio, tanto importante per il nostro cammino spirituale. E’ comprensibile il prezzo che a volte si debba pagare per riportare la pace, ma se si arriva al perdono si compie sicuramente un opera buona e tanto efficace. Più di una volta, si è verificato il fatto di alcune persone che solo dopo aver vissuto in termini concreti l’esperienza del perdono, sono state liberate da forme di inquinamento e di infestazione che avevano origine diabolica. Questo conferma quanto sia importante trovare la forza per lasciar cadere certe offese. Cerchiamo di essere noi i primi a dare buon esempio e chiediamo di cuore alla nostra mamma celeste un suo aiuto per superare le comprensibili difficoltà che certe situazioni di perdono comportano.
Meditando Matteo 18,20
“DOVE SONO DUE O TRE RIUNITI NEL MIO NOME,
LI’ SONO IO IN MEZZO A LORO” (Matteo 18,20)

Ecco un prezioso dono che Gesù concede a chi con fede si mette in preghiera. E’ il dono della sua reale presenza.
Noi siamo povere creature, per cui è difficile arrivare a prendere coscienza di ciò che Gesù ci offre, ma se abbiamo piena fiducia nella Parola di Gesù, con il proposito di vivere quello che si legge, la mente allora si illumina, e arriviamo gradualmente a prendere coscienza di quello che Gesù è per noi; dell’Amore che ha per noi.
- “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì io sono in mezzo a loro“
La preghiera, se veramente viene vissuta insieme come un momento di ascolto e di intimità con Gesù, ha un suo particolare valore: Gesù ci assicura in quei momenti la sua presenza.
Che questo avvenga ci viene testimoniato dai Santi, che quando pregavano nelle loro comunità, a volte arrivavano a delle vere esperienze mistiche (estasi). Noi non siamo Santi, ma anche noi, come loro, figli dello stesso Padre, per cui siamo amati con lo stesso Amore. La differenza tra noi e i Santi, sta nel fatto che non sempre noi abbiamo un cuore libero, non solo dal peccato, ma anche da tante preoccupazioni secondarie, che occupano troppo spazio nella nostra vita.
Non ci dobbiamo scoraggiare, ma è interessante quello che diceva S. Agostino: “Se questi e quelli riescono a vivere così, perché non io?” Questa domanda ci può mettere in crisi, ma con l’aiuto dello Spirito Santo, riusciremo a fare il possibile per arrivare, gradualmente, a stare insieme uniti davanti a Gesù e dialogare con Lui con la purezza e la semplicità dei bambini.
- “Li’ sono io in mezzo a loro“
Non esiste gioia più grande al mondo che possa superare quello che Gesù ci offre con la sua presenza. Quello che Gesù dice, di essere veramente in mezzo a noi quando preghiamo insieme, non è da considerare come una semplice consolazione, ma è la verità. Il compimento di questa verità, è la grazia di arrivare ad avere coscienza di quello che Gesù ci offre con la sua presenza. Non sempre, però, riusciamo a sintonizzarci sull’onda giusta sulla quale Gesù intende comunicare con noi. Questo non ci deve preoccupare, ma solo dobbiamo con insistenza e tanta fiducia, invocare lo Spirito Santo perché ci liberi da tutte quelle interferenze, che disturbano la sintonia che dovremmo avere con la Persona di Gesù. Da parte nostra, prendiamo atto della nostra povertà spirituale; con umiltà riconosciamo i limiti che abbiamo e aiutiamoci reciprocamente ad essere rivolti e attenti a Colui che ci parla.
- Tutto è grazia
Nel corso della vita, molte sono le situazioni che viviamo, che dobbiamo affrontare, e non sempre sono cosi semplici e facili. Giova molto allora per la nostra vita spirituale, vivere il quotidiano con la certezza di essere sempre sotto gli occhi di Dio, che mai si dimentica di noi.
Si legge in Isaia: “Si dimentica forse una donna del frutto del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Isaia 49,15). E’ veramente una grande grazia sapere che sempre Gesù ci vede, che Lui ha presente non solo le nostre azioni, ma anche le intenzioni con cui operiamo. Questo forse ci può preoccupare, ma non deve essere così perché siamo seguiti, passo dopo passo, non da una persona che ci giudica, ma da una persona che ci vuole veramente bene e che è sempre disposto anche a perdonarci, quando manchiamo di fedeltà e di obbedienza alla sua Parola. Nel nostro cammino è cosa buona vivere, per quanto è possibile, anche momenti di preghiera con altri fratelli e sorelle, così da sperimentare maggiormente la misteriosa presenza di Gesù. Certi del dono che Gesù ci assicura, pregando con noi, migliorerà anche la nostra sintonia con Lui. Uniti così in preghiera, siano i nostri cuori aperti all’Amore del quale Gesù ci fa dono: un Amore che ci purifica; un Amore che carica di fecondità spirituale le nostre povere e limitate azioni umane; un Amore che ci apre orizzonti sempre nuovi; un Amore che sazia le nostre profonde aspirazioni.
Questa è la meraviglia che Gesù opera in noi con la sua Presenza. Questo è il dono che noi possiamo ricevere se, con semplicità e con fede, decidiamo di ritrovarci insieme a pregare.
Alla mamma celeste, chiediamo che anche Lei sia presente nella nostra comune preghiera.
Meditando Matteo 16,26
“QUALE VANTAGGIO AVRA’ UN UOMO SE
GUADAGNERA’ IL MONDO INTERO, MA PERDERA’ LA PROPRIA VITA?” (Matteo 16,26)

Siamo ogni giorno a contatto con persone, che sono convinte che la ricchezza in questo mondo, sia una conquista necessaria per vivere la vita in pienezza.
Essi affermano, che con il denaro si raggiunge tutto ciò che si desidera. Solo che, per avere denaro, molte volte essi seguono strade disoneste. Mentre sappiamo, che lavorando onestamente e con due sole mani, si arriva giusto a soddisfare le normali esigenze di una famiglia. Questi uomini che credono soltanto nel denaro, non si rendono conto che proprio questo può essere la causa della loro rovina. Infatti, non sono mai sazi, non si accontentano di quello che hanno; molte volte, vivono nella paura di essere derubati di quello che hanno e si difendono costruendo delle case che sono “prigioni”, con mille difese inutili. Su questa strada, le persone ricche, possono raggiungere qualche temporanea soddisfazione, ma alla fine la loro vita si complica, perdono la serenità e i loro beni diventano una catena che li rende schiavi. Ecco perché Gesù ha detto: “Quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?” Gesù ci vuol dire, che tutti i beni di questa terra, non potranno mai essere in grado di rispondere alle esigenze del nostro essere persone fatte a immagine e somiglianza di Dio. Così Dio ci ha voluti e, pertanto, ogni uomo trova Amore, trova pace e serenità, solo e nella misura in cui vive in obbedienza alla Parola di Dio.
- Il valore della vita
Dio ha voluto noi, creature umane con delle caratteristiche particolari, molto diverse e ben più preziose di tante altre creature che sono sulla terra: Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza; questo vuol dire, che non abbiamo soltanto un corpo, con tante belle e preziose facoltà che ben conosciamo, ma abbiamo una parte del nostro essere, che è spirituale. Questa dimensione spirituale del nostro essere, ci permette di vivere la nostra vita in un modo del tutto singolare e cioè, ci rende capaci di stabilire giuste, armoniche, equilibrate relazioni, con la natura, con le persone e soprattutto con Dio. Facciamo allora un personale esame di coscienza e proviamo a rispondere a queste domande: Come vivo la mia relazione con le bellezze che la natura mi offre? Come vivo le mie relazioni con le persone che incontro ogni giorno? Ma soprattutto, come vivo la mia relazione con Dio?
Se queste relazioni le vivo bene, con semplicità, con serietà e competenza, allora la vita fiorisce e migliora di giorno in giorno; gradualmente, matura e diventa feconda. Quando invece vivo queste relazioni in modo superficiale e peggio ancora se inquinate dal peccato, allora la vita giorno dopo giorno inaridisce e per non soffocare, ci si aggrappa a tre idoli pericolosi, idoli che tutti ben conosciamo: il denaro, il potere e il piacere.
- La vita che ci attende
Nessuno, qui sulla terra, ha pianta stabile. Per tutti, verrà il giorno in cui si concluderà il cammino che stiamo facendo. Giova molto allora pensare, senza perdere altro tempo, a ciò che ci attende nella vita futura. Se avremo fatto il possibile, per vivere in obbedienza alla Parola di Dio, e se avremo avuto il coraggio di ricominciare, quando per fragilità abbiamo peccato, allora raggiungeremo in quel giorno la “Sorgente” che ci ha generati e cioè “Dio, che è Amore”.
Oggi, siamo quindi in cammino verso la pienezza della vita, la pienezza dell’Amore. Quello che sulla terra qualche volta possiamo avere sperimentato, è solo un segno, molto limitato e fuggevole, di ciò che avremo la grazia di vivere, se arriveremo in Paradiso. Chi ha grazia di entrare nella intimità di Dio, ci dicono i Santi, sperimenterà la potenza dell’Amore con una progressione tale, da farci perdere la percezione del tempo. Questa, è la vita che ci attende; questo, è il tesoro che Dio Padre desidera offrire a tutti i suoi figli. Non lasciamoci illudere da ciò che oggi ci può sembrare un valore indispensabile per avere una vita comoda. Mai dobbiamo dimenticare che Gesù, per offrire a tutti gli uomini la possibilità di raggiungere il Paradiso, ha offerto la sua vita al Padre, stendendo le braccia sulla Croce. E’ Lui che, con il suo Sacrificio, ci ha riaperto le porte del Paradiso. Questo, è ciò che ci attende; questa, è la pienezza della vita.
Maria ci aiuti a vivere obbedienti al suo Figlio e capaci di compiere il nostro cammino, rivolti e attenti a quello che Lui continuamente opera per noi.
Meditando Matteo 16,13
“GESU’ DOMANDO’ AI SUOI DISCEPOLI:
LA GENTE, CHI DICE CHE SIA IL FIGLIO
DELL’ UOMO?” (Matteo 16,13)

Sono preziose e per noi importanti alcune domande che Gesù ha fatto ai suoi discepoli e che sono le stesse alle quali anche noi, oggi, siamo chiamati a rispondere. Un giorno, nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” Erano molte le persone che Gesù aveva incontrato, molti i miracoli compiuti, ma anche molte, purtroppo, le discussioni che aveva dovuto sostenere con gli Scribi e i Farisei, i quali, si erano sempre opposti alla sua missione. Essi, non l’hanno mai riconosciuto come il Verbo Incarnato, come vero Dio e vero uomo. Neppure di fronte ai miracoli che compiva sotto il loro occhi, non hanno mai saputo riconoscere in Gesù il grande atteso. Tutta questa resistenza alla verità, al prezioso dono che il Padre aveva dato, per la salvezza dell’umanità, era per Gesù un grande dispiacere, una vera sofferenza.
- Ma perché tanta resistenza e indifferenza di fronte ad una persona così preziosa e Santa?
E’ mai possibile che le tenebre, possano resistere ancora davanti a una Luce così potente?
Che cosa c’è, nell’essere umano, che ostacola la piena fiducia che dovremmo avere in Gesù? Certamente, è il demonio che ci tiene legati alle cose della terra al punto da non riuscire a vedere e contemplare la preziosità della persona di Gesù, la sua Parola, l’Amore che ha per noi.
Non fermiamoci più di tanto ad evidenziare il male che esiste nel mondo, ma apriamo il cuore e la mente alla conoscenza di quel Tesoro nascosto che Dio Padre ci ha donato.
- La risposta di Pietro
Non era facile rispondere alla domanda che Gesù aveva fatto ai discepoli. E’ comprensibile anche un certo disagio rimanere in silenzio e non trovare il coraggio di rispondere. Poi, timidamente, cominciarono a dire quello che avevano udito stando fra la gente: “Alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti” (v,14). Erano risposte molto incerte e forse dette a mezza voce. Gesù allora, si rivolse a loro direttamente e disse: “Ma voi, chi dite che io sia?” (v.15). A quel punto, l’imbarazzo era ancora più grande e solo Pietro ebbe il coraggio di rispondere dicendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (v.16). Gesù ha elogiato Pietro, ma subito gli ha fatto notare che non era farina del suo sacco, infatti, glidisse: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne, né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (v.17). Per Pietro fu un momento di gioia, ma unita anche a un certo smarrimento; non capiva, infatti, il significato di questa particolare e straordinaria rivelazione che avrebbe ricevuto dal Padre. Gesù comunque, lo tranquillizzò con una notizia che certo non si sarebbe aspettato di ricevere in quel momento, quella del suo futuro compito.
- Andiamo alla sorgente
Non si può amare ciò che non si conosce; questo è un dato di fatto molto vero. Come Cristiani, dobbiamo fare tutto il possibile per riuscire a rispondere personalmente alla domanda di Gesù. Possiamo considerare questo compito, una specie di esame di coscienza sul grado di maturità della nostra vita spirituale. Sempre però dobbiamo poi confrontarci con la sorgente della verità e cioè con il Vangelo, le Lettere di S. Paolo e tutta la Sacra Scrittura in generale.
Ora, ci può giovare un’attenta meditazione, su un brano della Lettera di S. Paolo ai Colossesi:
- “Gesù è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in Lui furono fatte tutte le cose nei cieli e nella terra, quelle visibili e quelle invisibili:Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in Lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia Lui ad avere il primato su tutte le cose. E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in Lui tutta la pienezza e che per mezzo di Lui e in vista di Lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli” (Col. 1,15-20).
Questa è Parola di Dio, è Parola ispirata, quindi con un valore assoluto, anche se non è facile comprendere in tutti i particolari. Chiediamo a Maria, la grazia di riuscire a leggere e meditare con particolare attenzione queste parole così illuminanti sulla persona di Gesù.
Meditando Matteo 15,28
“ALLORA GESU’ LE REPLICO’: DONNA, GRANDE E’
LA TUA FEDE! AVVENGA PER TE COME DESIDERI,
E DA QUELL’ISTANTE SUA FIGLIA FU GUARITA”
(Matteo 15,28)

Un giorno, una donna Cananèa, venuta a sapere della potenza di Gesù, dei miracoli che compiva e della sua misteriosa missione, decise di andare da Lui per chiedergli la guarigione di sua figlia. Tremante, si avvicinò e quasi gridando disse: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio” (v.22). E’ interessante il fatto, che pur non essendo una persona che faceva parte del popolo di Israele, abbia chiamato Gesù con il titolo di “Figlio di Davide”; questo vuol dire, che lei sapeva di essere in qualche modo alla presenza non solo di un profeta come tanti altri, ma del Grande atteso. Sul momento, Gesù, sembrava che non volesse ascoltarla e quindi non ha preso in considerazione la sua richiesta; essa però, insisteva con grande forza, al punto che i discepoli implorarono Gesù dicendo: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando! Egli rispose: Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele” (v.23). La Cananèa però non si scoraggiò, per cui di nuovo “Si prostrò dinanzi a Lui, dicendo: aiutami! Gesù, forse per mettere alla prova la sua fede, le disse:“Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. La Cananèa con umiltà, accettò di essere considerata come un cagnolino e allora rispose a Gesù dicendo: “Eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (v.27). Gesù vedendo in lei un cuore sincero, umile ed un fede vera, disse: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri. Da quell’istante sua figlia fu guarita” (v.28). Ecco le condizioni indispensabili per ogni cristiano: l’umiltà, come virtù che ci porta ad avere coscienza dei nostri limiti e delle nostre fragilità, e poi la piena fiducia nella persona di Gesù, trascendente e immanente, in tutto quello che ha detto, in tutto quello che ha fatto e continua a fare, nella Chiesa.
- La perseveranza
Quando ci mettiamo in preghiera e abbiamo la grazia di stare in Adorazione di Gesù solennemente esposto, è importante avere un primo momento di raccoglimento per entrare in “sintonia” con Lui; si tratta cioè di prendere coscienza della sua Presenza e della possibilità che ci offre di avere un momento di intimità particolare. E’ importante favorire questi momenti col silenzio e con l’ascolto e non interromperli con le preghiere che normalmente facciamo.
Sull’esempio della Cananèa è bene poi che la supplica sia perseverante. Noi non conosciamo che cosa effettivamente sia necessario per la nostra vita e neppure possiamo pretendere, che la Grazia che chiediamo ci venga concessa sul momento; ma come la Cananèa è importante avere fede e quindi la certezza che “Nulla è impossibile a Dio” (Lc.1,37). Gesù infatti, ha concesso il miracolo della guarigione della figlia proprio perché ha visto in lei tanta fede dicendolo apertamente: “Donna, grande è la tua fede”. E’ sempre la fede che ottiene il miracolo, che però il Signore concede quando e come Lui ritiene giusto e che giovi veramente per noi.
- Un Amore universale
Dio ama l’umanità intera. Ogni persona è preziosa per Lui. Il fatto della Cananèa, conferma la universalità dell’Amore di Dio. E’ un dato di fatto, che non tutte le persone che sono nel mondo, abbiano la possibilità di conoscere Gesù, la sua Parola, tutto quello che ha fatto per la salvezza dell’umanità e tutto quello che ogni giorno continua a fare per la sua Chiesa, questo ci fa capire che se il “terreno è buono”, se le persone sono in buona fede, come si usa dire,Il Signore interviene per strade diverse, concedendo anche a loro di essere un giorno salvati. Quello che conta, è avere un cuore aperto alla verità. La Cananèa, forse, non ha mai incontrato nessuno che l’abbia aiutata a conoscere Gesù, ma il suo cuore era aperto e sensibile ai certi valori spirituali e quindi è stata favorita da quell’azione straordinaria della Grazia che l’ha portata, un giorno, ad incontrare Gesù in persona. Dobbiamo stare attenti ad esprimere giudizi anche su persone che sono lontane da Gesù, proprio perché non sappiamo quale sia la storia del loro passato. Maria da sempre ci esorta a pregare anche per chi è lontano dal suo Figlio Gesù, perché ogni persona si converta e sia raggiunta, un giorno, dalla potenza del suo Amore.
Meditando Matteo 14,30-31
“PIETRO SCESO DALLA BARCA, SI MISE A CAMMINARE SULLE ACQUE E ANDO’ VERSO GESU’, MA VEDENDO CHE IL VENTO ERA FORTE, SIMPAURI’ E, COMINCIANDO AD AFFOGARE, GRIDO’: SIGNORE,SALVAMI”
(Matteo 14,30-31)

Credere vuol dire fidarsi di Gesù, avere piena fiducia in quello che dice e in quello che compie, anche quando dice e compie azioni che umanamente non sono comprensibili. Ecco due eventi particolari, che fanno pensare quanto sia grande, forte e Santa la persona di Gesù. Un giorno ha detto agli Apostoli di precederlo sull’altra riva del lago, mentre Lui “salì sul monte, in disparte a pregare. Venuta la sera, Egli se ne stava lassù da solo” (v.23). Il fatto che Gesù abbia deciso di dedicare del tempo alla preghiera, e di ritirarsi da solo su quel monte, è per noi un grande esempio. A volte pensiamo che per i numerosi impegni che abbiamo, si possa trascurare la preghiera; Gesù, per dare spazio alla preghiera, ha congedato la folla e mandato gli Apostoli a precederlo sull’altra riva. Abbiamo forse la presunzione di credere, di avere impegni più importanti di quelli di Gesù? E’ interessante constatare, che quando dedichiamo il tempo necessario alla Preghiera, all’Adorazione, alla meditazione, troviamo sempre il tempo per fare anche il resto. E’ il Signore che ci aiuta!
- Gesù cammina sull’ acqua
Quella notte, la barca degli Apostoli, era fortemente “agitata dalle onde; il vento infatti era contrario”, la navigazione era difficile e pericolosa. Quasi non bastasse la preoccupazione del momento, videro Gesù camminare sulle acque; Vedendolo, “furono sconvolti e dissero: E’ un fantasma! E gridarono dalla paura” (v.26). Com’ era possibile, in una condizione del lago così tragica, che una persona potesse camminare sull’ acqua tranquillamente, senza affondare? Gesù è il Verbo Incarnato. Gesù è Dio, e nulla è impossibile a Dio. Gesù volle tranquillizzare i suoi discepoli dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura” (v.27). Pietro allora, più per effetto della paura che per convinzione, rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque” (v.28). Emozionato com’era, non pensava di essere esaudito. Gesù invece, ha accolto la richiesta ed ha risposto con una sola parola: “Vieni!”(v.29). Certamente, ancora più confuso di prima per il comando avuto da Gesù, nonostante la sua comprensibile titubanza, “Scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso di Lui”. Un vero miracolo avvenuto con grande stupore, non solo di Pietro, ma anche di tutti quelli che erano con lui.
- “Perché hai dubitato”?
Un punto debole e purtroppo molto frequente per noi creature umane, è mancare di fiducia in Gesù; non credere alla sua Parola; non fidarsi totalmente, ciecamente di quello che Lui dice. Facilmente, serpeggia in noi il dubbio su ciò che dal punto di vista umano non è comprensibile; vorremmo sempre vedere e capire; questo è stato anche il peccato di Pietro “Il quale, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affogare, gridò: Signore Salvami” (v.30). Quando arriverà il giorno in cui saremo veramente capaci di superare questa debolezza umana, questa mancanza di fede? Quando arriveremo ad avere piena fiducia in Gesù? Al grido di paura e di aiuto di Pietro, Gesù è intervenuto: “subito tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato”? (31). Il peccato di Pietro, è stato non aver creduto al valore, all’ efficacia di quella parola che Gesù aveva pronunciato: “Vieni!”.
Quella di Pietro, fu una mancanza di fede. Gesù con il suo intervento, non soltanto ha evitato un sicuro naufragio, ma ha dimostrato tutto l’ Amore che aveva per lui e che oggi ha per ciascuno di noi.
- “Davvero tu sei Figlio di Dio“
Dopo aver salvato Pietro, Gesù salì sulla barca ed “il vento cessò” (v.32). Come è stato possibile, far cessare una tempesta di vento così forte in un attimo? Questo è stato uno dei tanti segni che Gesù ha voluto dare loro in quel preciso momento. La potenza che Gesù ha dimostrato di avere, conferma che la sua presenza, è in grado di sconfiggere tutto ciò che può essere di ostacolo al cammino che stiamo facendo. Tutto cambia quando Gesù interviene in prima persona nelle nostre vite e lo fa non soltanto per liberarci e salvarci da certi pericoli, ma per sostenerci durante le difficoltà che non saranno mai tali da interrompere il nostro cammino. Se qualche volta ci siamo scoperti più fragili e indifesi, è stato probabilmente perché ci siamo ritrovati da soli a combattere, senza le dovute difese. Se oggi con umiltà prendiamo coscienza di quello che Gesù ha fatto e continua a fare per la nostra salvezza, dovrebbe scaturire dai nostri cuori, quel significativo atto di fede che hanno pronunciato gli Apostoli dopo aver visto quello che Gesù aveva fatto per Pietro e per tutti loro; fu quasi un grido: “Davvero tu sei il Figlio di Dio” (v.33). Si Gesù, tu sei una persona forte, preziosa, carica di amore che ci assicura nel nostro cammino. Tu sei Gesù una vera gioia, un dono che suscita stupore e che oggi, nonostante la nostra povertà, abbiamo grazia di poterti Adorare e ricevere nel nostro cuore.
Che Maria ci conceda di sperimentare sempre più e sempre meglio il volto del suo amato Figlio.
Meditando Matteo 14,14
“SCESO DALLA BARCA, EGLI VIDE UNA GRANDE FOLLA, SENTI’ COMPASSIONE PER LORO E GUARI’ I LORO MALATI” (Matteo 14,14)

La presenza di Gesù, la sua parola, i miracoli e soprattutto il mistero e il fascino della sua persona, hanno toccato il cuore di molte persone nei giorni in cui ha vissuto in Palestina. Anche gli stessi capi del popolo, nonostante la loro incredulità, erano molto interessati all’ ascolto di Gesù e rimanevano meravigliati del grande interesse che avvertivano nella gente. Infatti, molte erano le persone che lo assediavano, certamente anche con la speranza di essere guariti dalle loro malattie e infermità. Significativo, è appunto il fatto di Gesù che, arrivando un giorno in barca verso la riva del lago di Tiberiade, “Vide una grande folla e sentì compassione per loro”. Gesù vedeva in loro una grande sete di verità e di quella “luce e Amore” che solo Lui riusciva ad effondere negli ascoltatori. Gesù desiderava arrivare a tutti, per tutti sentiva compassione, ma già avvertiva che non solo in quei giorni, ma anche nel futuro, molti sarebbero rimasti privi del suo dono anche per mancanza di apostoli. Infatti, un giorno disse: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” (Mt.9,37).Grande e molto sentito, è stato ed è tutt’ora, il desiderio di poter raggiungere e donare la sua Parola, il suo Amore, la sua presenza a tutti. Oggi, allora, possiamo dire beati coloro che in qualche modo contribuiscono perché le persone possano incontrare Gesù ed essere beneficate dalla sua Presenza e illuminate dalla sua Parola. E’ un impegno urgente che ogni cristiano deve avvertire e cioè di annunciare con la parola e con l’esempio, il prezioso messaggio lasciato da Gesù.
- “Guarì i loro malati“
La compassione di Gesù verso le persone che incontrava, non si limitava a semplici parole di consolazione, ma dava loro un aiuto concreto in base alle loro necessità. Anche in questa circostanza, oltre alla Parola, “guarì i loro malati”. E’ facile pensare, quindi, al grande entusiasmo che si è creato tra la folla e all’attento ascolto di quanto diceva Gesù.
Oggi, molte persone si domandano: perché Gesù non compie ancora miracoli? La domanda trova risposta in quello che tutti possiamo testimoniare e cioè: la Santa Eucaristia, che noi non solo Adoriamo, ma che possiamo personalmente ricevere. Non è questo un grande miracolo? Vi sono poi sette Sacramenti a nostra disposizione, che non sono semplici “segni”, ma operano veramente quello che significano; si pensi, ad esempio, al Sacramento della confessione, che veramente ci libera dai peccati commessi. Così, pure, la misteriosa ed efficace ricchezza dei Vangeli e di tutti i Libri Sacri, che hanno in sé una potenza spirituale alla quale tutti possiamo attingere, sperimentare. I Santi di ieri e di oggi, sono anch’essi una conferma di questa azione miracolosa di Gesù. Veri miracoli, sono anche le conversioni avvenute di persone molto importanti. L’ Amore di Gesù che oggi, personalmente, ci viene donato, è un grande miracolo.
La storia poi, continua a registrare fatti veramente straordinari che avvengono in tutto il mondo sulla reale presenza di Gesù: sono i miracoli Eucaristici, confermati da prove scientifiche inconfutabili. E’ la mancanza di umiltà che ostacola la fede.
- Con cinque pani e due pesci, sfamò cinquemila uomini
L’entusiasmo e la gioia di stare in ascolto di quello che Gesù diceva, faceva dimenticare anche le esigenze più naturali, della fame e della sete per cui, sul far della sera, quel giorno gli Apostoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. La risposta di Gesù, lasciò tutti sorpresi: “Disse loro: non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. Ma come era possibile? “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci”. Ecco allora di nuovo in atto la potenza di Gesù, che dopo aver fatto mettere tutti a sedere, su quei cinque pani e quei due pesci, “Recitò la Benedizione” e avvenne che “Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via dei pezzi avanzati: dodici ceste piene” (v.20). Ogni commento è inutile. Chi può negare questi fatti? Certamente non esiste peggio sordo di colui che non vuol sentire.
Gesù oggi, con la Santa Eucaristia, dona come cibo il suo Corpo a migliaia di persone. Chiediamo a Maria di farci sperimentare e meditare su questa reale potenza d’Amore di Gesù.