Commento al Vangelo di Giovanni 20,25
“ABBIAMO VISTO IL SIGNORE” (Giovanni 20,25)

Gesù Risorto prima di salire al cielo, è apparso più volte a diverse persone e per un tempo di almeno quaranta giorni. La prima apparizione fu a Maria di Magdala, e alla sera dello stesso giorno, “Mentre erano chiuse le porte dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi. Detto questo mostrò loro le mani e il fianco” (v.20). E’ comprensibile quanto grande sia stata la meraviglia, lo stupore e la gioia per una visione del Risorto così improvvisa. L’evento ha assunto una importanza particolare, perchè Gesù non si è limitato a dare la sua pace ma poi aggiunse un’azione molto importante: “Soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete non saranno perdonati” (vv.22-23). Questo è stato il giorno in cui Gesù ha conferito ufficialmente agli Apostoli il mandato della Confessione, che già aveva promesso a suo tempo a Pietro a Cesarea di Filippo.
- “Abbiamo visto il Signore“
Nel felice giorno in cui Gesù risorto è apparso nel cenacolo, non era presente l’apostolo Tommaso; appena l’hanno incontrato, ancora pieni di emozione per quanto era avvenuto, gli hanno detto, quasi gridando: “Abbiamo visto il Signore”! La risposta di Tommaso fu scoraggiante: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, non credo” (v.25). Dopo una risposta così severa, è intervenuto personalmente Gesù, riapparso nel cenacolo otto giorni dopo, e dopo aver dato la pace, si è rivolto personalmente a Tommaso con un gesto commovente e ferme parole, dicendo: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere incredulo, ma credente” (v.26).
E comprensibile quale sia stato il disagio e la vergogna di Tommaso per quello che si è sentito dire da Gesù; avrebbe in quel momento voluto evitare di compiere un atto così forte e delicato, ma si è reso conto di quanto sia stata determinante la Parola di Gesù. Compiuto quel gesto, Tommaso pronunciò, sillabando, il suo atto di fede: “Mio Signore e mio Dio” (v.28), Gesù ha riconosciuto nell’Apostolo la sincerità e la contrizione per il comportamento avuto, ma allo stesso tempo ha voluto precisare una cosa molto importante dicendo: “Perchè hai veduto hai creduto, beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” (v.30). Queste parole di Gesù sono state per Tommaso come una lancia che lo ha ferito benevolmente, ma allo stesso tempo sono state anche per noi parole veramente provvidenziali. Oggi, se pronunciamo senza tentennamenti il nostro atto di fede in Gesù, vero uomo e vero Dio, e in tutto quello che ha compito con la sua Passione, Morte e Risurrezione, entriamo anche noi nel numero dei “Beati” e cioè di persone che sono gradite a Dio.
- Un atto di Amore
Il dono che Gesù ci ha ottenuto con la sua Morte e Risurrezione, lo vogliamo ricambiare, non solo con un atto di fede, ma anche con un atto di Amore e quindi dipiena obbedienza alla sua Parola. Viviamo questo atto, uniti a Maria, questa nostra cara mamma celeste, che sempre ci accompagna nel nostro cammino.