Commento al Vangelo di MARCO 10,51
“GESU’ GLI DISSE: CHE VUOI CHE IO TI FACCIA? E IL CIECO A LUI: RABBUNI’, CHE IO RIABBIA LA VISTA” (Marco 10,51)
Dove Gesù passava, suscitava sempre un grande entusiasmo e, per molti, una vera fede. Così è stato per il cieco di Gerico, il quale, sentendo che stava passando Gesù, lo ha invocato con tutte le sue forze: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me” (v.47). Quel cieco, chiamando Gesù “Figlio di Davide”, ha riconosciuto in Lui il grande atteso che i Profeti da secoli avevano annunciato. Fu un atto di fede spontaneo, uscito dalla bocca di un povero non vedente. Ora, mentre qualcuno volava metterlo in silenzio, Gesù stesso invece lo ha fatto chiamare dicendogli: “Che vuoi che io ti faccia?” La risposta fu immediata: “Che io riabbia la vista”. Il valore di questa richiesta è stato certamente per un interesse personale, ma non è mancato anche il contenuto di fede che il cieco ha espresso con quelle parole; come già accaduto altre volte, la sua fede ha ottenuto il miracolo: “Va, la tua fede ti ha salvato” (v.52). In quel Momento, nessuno dei presenti si era reso conto della fede di quell’uomo; soltanto Gesù, che legge nella mente e nel cuore delle persone, ha visto in lui un uomo cieco, ma di fede.
- Un vero atto di fede
Gesù un giorno disse ai suoi Apostoli: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e piantati nel mare, ed esso si sradicherebbe” (Lc.17,6). Questa affermazione di Gesù potrebbe sembrare poco reale o perlomeno esagerata, ma non è così; Gesù ha chiaramente messo in evidenza, il valore e la forza delle fede. Siamo noi, che a causa della nostra povertà spirituale, non siamo capaci di esprimere veramente un atto di fede.
Troppi tentennamenti, a volte, prendono campo in noi; è questo il motivo per cui non arriviamo a quella piena fiducia che dovremmo sempre avere in Gesù, nel Padre e nello Spirito Santo. Non è detto, però, che tutto quello che chiediamo al Signore ci venga concesso; Dio conosce quello di cui abbiamo veramente bisogno; i tempi e i modi non sono certo come i nostri. Importante è mettersi nelle sue mani con piena fiducia, contenti di tutto quello che ci concede. Fiducia, fiducia!
- La grazia da chiedere
Dovremmo chiedere a Gesù la capacità di vedere e di comprendere bene quello che chiede a noi suoi fedeli. Quello che acceca la nostra vista spirituale su questo problema, è il peccato; se è grave, la cecità è totale, ma anche certe mancanze minori incidono sulla possibilità di entrare in una buona sintonia con Dio. Il primo dono da chiedere, è quello di vivere in grazia di Dio, vivere rivolti e attenti alle cose del cielo non lasciandosi soffocare dai problemi della terra; dobbiamo mettere Dio sempre al primo posto. Determinate, pertanto, è l’obbedienza, non solo a tutto quello che troviamo indicato nei Comandamenti e nel Vangelo; dobbiamo avere il coraggio di non perdere tempo in cose che non servono e con generosità dedicarsi alle opere di carità. Dobbiamo fare di tutto per evitare il male e fare il bene, anche quando questo comporta un certo sacrificio. Le cose belle hanno valore.
Invochiamo Maria, perchè ci mantenga sempre sulla strada giusta.